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MATERA, ADESSO VOLANO GLI STRACCI

L’ex assessore Salvatore rivela l’esistenza di un tentativo di scambio di voti con il Pd

Durante le convulse giornate che precedettero il voto sulla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni al Sindaco di Matera, parlammo di un tentativo di voto di scambio che il Movimento Cinque Stelle aveva proposto al PD laddove i primi avrebbero garantito l’elezione di un esponente Dem alla Presidenza della Provincia in cambio del ritiro del voto di sfiducia da parte del partito della sinistra italiana. L’allora sindaco Bennardi, tra un discorso sulla pace nel mondo e uno sul cambiamento climatico, nel suo intervento di replica minacciò una querela contro quei giornali che avevano parlato di voto di scambio facendo un chiaro riferimento a noi. In quell’occasione e anche nell’occasione della firma sulle dimissioni contestuali che hanno determinato lo scioglimento del Consiglio Comunale, il Partito Democratico ha mostrato tutta la sua coerente dignità rifiutando ogni tipo di compromesso al ribasso. Dalla lettera aperta che l’ex assessore Salvatore ha mandato al Presidente della Provincia, però, emerge chiaramente che questo tentativo di scambio di voti, sventato soltanto dalla coerenza del PD c’era stato e che, quindi, noi avevamo colto correttamente nel segno. Il movimento che doveva cambiare tutto, il Sindaco che mai e poi mai avrebbe fatto accordi con il vecchio sistema del potere ha cercato di salvare la propria poltrona offrendo in cambio la poltrona di Presidente della Provincia ai Dem. Un accordicchio degno della peggiore pagina della Prima Repubblica senza neanche la statura e la dignità politica degli uomini della Prima Repubblica.

L’ULTIMA POESIA

Nel leggere le parole che Salvatore dedica a Mancini sembra di vedere una riduzione in prosa della canzone che il rapper napoletano Geolier che tra “i’p’me e tu p’te” e “l’ultima poesia” strugge gli animi dei giovani con l’arte del lasciarsi. Quelle stesse corde che a noi più anziani toccava il “c’eravamo tanto amati” e che toccano le parole dell’ex assessore Salvatore. Dall’alto della storia di un amore tradito il nostro impavido eroe ci racconta che ha rifiutato appuntamenti clandestini ma ha voluto incontrarsi soltanto negli uffici del Comune, che ha salutato Mancini chiamandolo Presidente e che avevano condiviso un percorso comune per costruire il centrosinistra in Città e a Matera. L’amore non è stato corri- sposto e ora Salvatore chiede indietro quel pegno d’amore che era stato il voto dei Cinque Stelle alla Presidenza della Provincia invitandolo ad un appuntamento intorno al fuoco di Temptation Island e invitandolo, in mancanza di un chiarimento serio, a restituire i doni di fidanzamento dimettendosi dalla Presidenza della Provincia. Interessante notare che in nessuno dei passaggi di Salvatore si fa riferimento agli interessi della Città ma soltanto ad equilibri di potere da raggiungere oltre che al solito richiamo alla destra da battere e ai “nemici del bene comune” da scovare. Possiamo dire, quindi, che anche questa volta avevamo ragione noi. Il tentativo di inciucio, di scambio di voti c’è stato. Per fortuna di Matera il PD ha avuto la coerenza a le dignità di preferire gli interessi della città agli accordi fondati sul potere. Ed è proprio sul triste epilogo della storia d’amore che ironizzano Michele Giordano (Presidente Provinciale di FDI) e Mario Morelli (Commissario Cittadino di Fratelli d’Italia) che evidenziano come “oggi gli attori di questa triste storia sono in grado di confermarlo solo perché nulla è andato a buon fine, tranne che l’elezione di Mancini”.

LE LACERAZIONI NEL PARTITO DEMOCRATICO

Ovviamente questa situazione non poteva non trovare degli strascichi nel Partito Democratico di Basilicata in cui l’ok corral è quotidiano. I bene in- formati ci dicono che i soliti rancorosi vogliano imputare quanto accaduto a Matera al segretario regionale Lettieri ritenuto incapace di tenere fermi gli esponenti materani del partito sulla linea di sostegno a Bennardi. Vito De Filippo in un suo post su facebook in modo molto criptico e signorile fa riferimento al Levitico e al Caprio Espiatorio utilizzato da quanto prima che le cose accadono né si pronunciano, né suggeriscono né agiscono per dare una direzione agli eventi. Non è compito nostro da- re le direttive alle classi dirigenti dei Partiti, tanto meno invischiarci nelle vicende interne di un partito litigioso e impaludato come il Partito Democratico di Basilicata. Non sappiamo se l’ex Governatore abbia voluto far riferimento esplicito proprio alle vicende interne successive all’elezione di Bennardi. Quello che sappiamo, però, è che quel ginepraio incandescente del Partito Democratico di Basilicata salva la sua dignità proprio grazie al gesto dei Consiglieri Comunali di Matera. Le direttive di Partito sono importanti ma il Partito, con buona grazia di Antonio Gramsci, non è il principe assoluto del destino né il motore immobile della politica. Prima degli interessi romani di partito, prima degli equilibri di potere, prima delle coalizioni da costruire vengono gli interessi della Città. Prima della parola data nelle segrete stanze del potere viene l’impegno assunto verso la Città con il mandato popolare. Il partito Democratico è stato votato a Matera per fare opposizione a Bennardi. Non c’è stata nessuna alleanza né alcuno apparentamento al secondo turno di ballottaggio. Lo scambio di voti che il Sindaco proponeva ai Dem era immorale e palesemente in violazione del mandato popolare ricevuto. Chi chiedeva al PD di Matera di sostenere Bennardi, chiedeva a degli esponenti istituzionali di violare il sacro patto con gli elettori e di farlo per una squallida logica di potere.

Di Massimo Dellapenna

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