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SANT’ANGELO LE FRATTE ESCE DALL’A.M.P.C.I.

L’Opposizione però contesta: «È un passo indietro che limita crescita, sviluppo e accesso a risorse vitali»

All’indomani dell’ultimo Consiglio comunale tenutosi a Sant’Angelo Le Fratte il 22 ottobre, tra i 9 punti all’ordine del giorno, i Consiglieri del Gruppo “ Continuità innovativa”, Michele Laurino, Antonietta Ostuni e Franco Fiscella contestano pubblicamente il quarto punto discusso, ovvero il Recesso del Comune dalla Anpci- Associazione Nazionale dei Piccoli Comuni d’Italia.
Così i Consiglieri mettono nero su bianco: «Durante il Consiglio abbiamo assistito ad una decisione che riteniamo inaccettabile da parte della Maggioranza, guidata dal Sindaco Vincenzo Ostuni. È stata proposta e approvata l’uscita dall’Anpci, giustificata da un presunto risparmio di soli 300 euro l’anno».

Il perché questa scelta sia ritenuta sbagliata, i Consiglieri lo motivano così: «Innanzitutto sottolineiamo il ruolo Cruciale dell’Anpci che rappresenta una rete fondamentale per i piccoli comuni, fornendo supporto, formazione e opportunità di sviluppo. Grazie a questa Associazione, i comuni possono accedere a fondi, progetti e iniziative che promuovono la crescita locale e la valorizzazione delle risorse territoriali. In secondo luogo l’Anci- Associazione Nazionale dei Comuni Italiani è un Ente che rappresenta tutti i Comuni, ma non si concentra esclusivamente sulle esigenze specifiche dei piccoli comuni anche se ha un focus specifico sui questi. L’Anpci, al contrario, è dedicata a difendere e promuovere gli interessi dei comuni con meno di 5.000 abitanti, come il nostro».

Dunque sottolinea il Gruppo consiliare, «uscire dall’A.N.P.C. significa perdere una voce specifica e un’opportunità di advocacy per le nostre particolari necessità in sostanza informare, far conoscere un problema o una situazione a un pubblico più ampio. Oltre a ciò è stato affermato dal Sindaco Ostuni che l’adesione all’Anpci sia incompatibile e si sovrappone con l’Anci. Questa affermazione è falsa e non corrisponde alla realtà. I due Enti possono coesistere e lavorare insieme per il bene dei nostri cittadini, fornendo un supporto complementare: con soli 1400 abitanti, il nostro comune ha bisogno di alleanze strategiche e di una voce forte a livello nazionale. Uscire dall’Anpci è un passo indietro che limita le nostre possibilità di crescita, sviluppo e accesso a risorse vitali».

La storia dell’Anpci parte da lontano: «I Piccoli Comuni sono in fermento già negli anni ‘80, quando il Presidente Spadolini, noto storico e fautore dell’Italia dei Comuni, ferma un progetto del Governo per accorpare molti Piccoli Comuni. Tra alti e bassi si tenne gennaio 1998 a Roma, la prima conferenza nazionale dei Comuni d’Italia inferiori a 15.000 abitanti. Fu l’occasione per decidere la costituzione dell’Associazione Nazionale dei Comuni inferiori a 5000 abitanti, ma solo nel novembre 1999 nasce l’ Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia – da allora tanti furono gli appuntamenti nazionali, e la stessa Anpci conclude- Anche in ragione della continua e notevole attività espletata e della sua costante presenza ed operatività, può ritenersi senza dubbio che, nel panorama italiano attuale, l’Associazione costituisca un importantissimo punto di riferimento per tutti i piccoli Comuni non solo per quelli storici fino a 5.000 abitanti ma anche per quelli inferiori a 15.000 abitanti, in particolar modo sotto i profili della loro tutela, promozione e sviluppo».

Pertanto, concludono i Consiglieri di “Continuità innovativa”, rivolgendosi ai cittadini, «chiediamo a tutti voi di riflettere su questa decisione e di far sentire la vostra voce. È fondamentale che voi siate informati e attivi nel difendere il nostro Comune e le sue opportunità».

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