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ACTIONAID: «CPR, UN FALLIMENTO DAI COSTI UMANI ED ECONOMICI INACCETABILI»

Nel 2023 nel Centro di Palazzo San Gervasio, il 25% di rimpatriati e oltre il 44% usciti per decisione dei giudici

Dal 2014 al 2023, 50mila persone straniere sono state detenute in centri che violano i diritti umani e rap- presentano un disastro per le finanze pubbliche. Si delinea uno scenario di progressiva e deliberata confusione tra sistema di accoglienza e detentivo. Così i CPR in Italia appaiono il reale modello di disumanità e gestione incontrollata per i nuovi centri di trattenimento in Albania targati Governo Meloni. Un sistema inumano e costoso, inefficace e ingovernabile. Questi sono i tratti caratteristici del sistema dei CPR raccolti nell’aggiornamento 2024 del report «Trattenuti. Una radiografia del sistema detentivo per stranieri» di ActionAid e del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari. Un lavoro di analisi dettagliata di dati sul sistema di detenzione volto al rimpatrio dal 2014 al 2023, raccolti grazie a 97 richieste di accesso agli atti a Ministero dell’Interno, Prefetture e Questure e a 53 richieste di riesame. Tutte le informazioni sono disponibili in formato accessibile sulla piattaforma Trattenuti, con la possibilità di approfondire i singoli centri, incluso quello di Palazzo San Gervasio (PZ). Nel periodo 2018-2023, il CPR di Palazzo San Gervasio ha registrato una media di 56 presenze giornaliere e 701 ingressi annuali, arrivando a 839 nel 2023. Il tempo di permanenza medio è stato di 39,3 giorni, superiore alla media nazionale. «Quello di Palazzo San Gervasio è un CPR che pare fare storia a sé» spiega Campesi, esperto di detenzione amministrativa e rimpatri dell’Università di Bari. «Diversamente da quanto accade per i centri di frontiera e per quelli che funzionano come propaggine del carcere, l’elevata incidenza di richiedenti asilo sembra rifletter- si sulla percentuale più elevata di dimissioni per provvedimento dell’autorità giudiziaria e sulla bassa incidenza dei rimpatri». La gestione del CPR è stata recentemente assegnata alla cooperativa Officine Sociali, nono- stante gravi irregolarità che hanno portato all’esclusione da altre gare. «Il caso di Officine Sociali è interessante perché indica il complesso intreccio che lega i soggetti coinvolti nella gestione delle strutture per migranti» spiega Fabrizio Coresi, esperto di migrazioni per ActionAid. «I gestori sono sempre gli stessi. Questi enti producono un guadagno non erogando quanto previsto dal contratto e facendo leva sui mancati controlli delle prefetture». Nel periodo 2018- 2023, il CPR di Palazzo San Gervasio ha avuto un costo complessivo di 7 milioni di euro, con un aumento significativo delle spese di manutenzione straordinaria negli ultimi anni. Le elevate spese di manutenzione straordinaria registrate sono un chiaro indicatore dell’invivibilità della struttura. Inoltre, i costi non includono le spese accessorie per le forze dell’ordine, che ammontano a oltre 4 milioni di euro nel periodo considerato. L’analisi presentata impone nuove domande all’esecutivo e agli amministratori locali. Ci auguriamo che giornalisti, società civile e decisori vogliano usare i dati messi a disposizione per dare vita a un dibattito informato, auspicando la chiusura di luoghi inumani e inutili, nonché di porre fine a una politica, mai valutata realmente, che a livello nazionale porta al 10% dei risulta- ti attesi.

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