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MARGIOTTA: «COSA VUOLE FARE IL PD?»

Dopo la sconfitta alle regionali di Liguria e Basilicata, per il giá sottosegretario seguire conte non porta buoni risultati.

Continua a fornire spunti analitici il parallelismo politico tra le elezioni regionali di recente svolgimento in Liguria e quelle lucane risalenti all’aprile scorso. A lanciarlo, nell’immediato della vittoria del centrodestra con il candidato governatore Bucci, fu il leader nazionale di Italia Viva, Matteo Renzi: «Ha perso Giuseppe Conte e tutti quelli che con lui hanno alzato veti contro Italia Viva, senza il centro non si vince: lo ha dimostrato la Basilicata qualche mese fa, lo conferma la Liguria oggi». Dalla Basilicata, attraverso le colonne de “Il Riformista”, Salvatore Margiotta, già parlamentare e Sottosegretario di Stato, nonchè membro della Direzione nazionale del Partito democratico, ha proseguito il commento politico lungo la scia del confronto citato tra le due tornate elettorali in questione. Stando ai numeri, il percorso della segretaria dem Elly Schlein appare segnato senza appello, ma così non è: nel centrodestra 9 vittorie su 10 nelle ultime elezioni regionali. Da quando Schlein è segretario nazionale del Pd, risultato 6-1 a favore del centrodestra. «In questo quadro – ha scritto Margiotta – due competizioni regionali perse hanno un connotato comune: la Basilicata e la Liguria. In entrambe Conte, a pochi giorni dalla presentazione delle liste, ha imposto diktat: in Lucania, no ad Azione e Pittella, dopo aver lasciato andare anche Italia Viva, costretta a fare una civica collegata a Bardi. In Liguria un secco no a Renzi che pure aveva ottenuto un buon risultato alle europee. La matematica, ma ancor più la politica, dicono chiaramente che si è trattato di scelte folli, di “masochismo elettorale”, come mi è già capitato di definirlo». Per Margiotta il progetto politico del centrosinistra è in difficoltà per una serie di ragioni tra cui l’assenza di una linea coerente e convincente in materia di politica estera, economia e giustizia. Centrosinistra in difficoltà, ma «Pd in salute». A differenza del Movimento 5 stelle che continua a perdere rilevanti bacini di voti, come Liguria e Basilicata confermano, il Partito democratico anche se non vince, in un certo senso rafforza la propria singola presenza elettorale, come, anche in questo caso, Liguria e Basilicata confermano. Tracciato il ragionamento, la conclusione, la stessa a cui è giunto Margiotta, è spontanea. Se la rappresentanza elettiva non va, ma la rappresentanza elettorale regge, non avendo trovato il presunto dualismo di guida alla pari tra Pd e 5stelle riscontri effettivi, allora i rapporti di forza nel centrosinistra adesso sono sbilanciati a favore dei dem. Dem più libero dai «diktat» di Giuseppe Conte. Soprattutto per questo, la domanda di Margiotta all’indirizzo di Schlein è: Cosa vuole fare il Pd? Più precisamente il lucano chiede di sapere «in che modo il Partito democratico intenda esercitare la sua leadership che, seppure confortata dagli elettori, è attualmente anemica sul piano dei rapporti con gli altri partiti». Tempi maturi per tentare una reale inversione di rotta oppure, per dirla alla Margiotta, la “condanna” è a persistere in uno «splendido minoritarismo».

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