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LAVORO, QUASI TUTTI GLI INDICATORI INFERIORI ALLA MEDIA NAZIONALE

Piccola panoramica Istat sull’aggiornamamento Bes-disuguaglianze: in Basilicata gli occupati che temono di perdere il posto sono più del doppio rispetto al dato italiano

In occasione della settima edizione del Forum on Well-Being organizzato da Ocse a Roma in collaborazione con Istat e Mef diffuso materiale informativo che partendo dal progetto sul benessere equo e sostenibile (Bes), punta a offrire uno sguardo sulle disuguaglianze, evidenziando differenze significative tra regioni, tra uomini e donne, tra gruppi di popolazione con diverso titolo di studio e diversa classe d’età. In via generica, le regioni del Nord, come emerso dal documento d’aggiornamento illustrato ieri dall’Istituto nazionale di statistica, «presentano più spesso indicatori di benessere con valori migliori rispetto alla media nazionale, mentre il Mezzogiorno presenta ancora situazioni di marcato svantaggio, soprattutto nei domini del lavoro e delle relazioni sociali». La differenza è anche piuttosto marcata in determinati casi. A titolo esemplificativo, ricordando che l’istruzione è ritenuto uno dei principali fattori di protezione dalle difficoltà economiche, il rischio di povertà tra i 25- 34enni residenti nel Mezzogiorno con basso titolo di studio «è 25 volte più alto di quello tra i residenti al Nord con alto titolo di studio (56,7% contro 2,2%)». Lo svantaggio del Mezzogiorno è più marcato nei domini salute, istruzione e formazione, paesaggio e patrimonio culturale e, in particolar modo, nei domini lavoro e conciliazione dei tempi di vita e relazioni sociali. Per quanto riguarda il lavoro, ad esempio, in «Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia tutti o quasi tutti gli indicatori regi- strano valori inferiori alla media nazionale, mentre in Piemonte e Lombardia sono tutti sopra la media». In Molise, e in Basilicata, è elevato anche il valore dell’emigrazione ospedaliera in altra regione: rispettivamente il 30,4% e il 28,4% dei residenti si recano in un’altra regione per ricoverarsi, contro una media Italia dell’8,3%. Come precisa l’Istat, «se però in Molise si osservano anche consistenti flussi in entrata, che indicano una mobilità geografica determinata soprattutto dalle piccole dimensioni del territorio, lo stesso non può dirsi per la Basilicata». La Basilicata «si distingue anche per una maggiore percezione di insicurezza del lavoro: la percentuale di occupati che ritengono probabile perdere il lavoro e non ritrovarlo è dell’8,8%, più del doppio del dato nazionale».

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