ANAGRAFE ITALIANI RESIDENTI ALL’ESTERO, AUMENTANO I LUCANI: PIÙ 4 MILA E 624
Il 2,4% di chi è partito dall’Italia lo ha fatto dalla Basilicata che conta 146 mila e 142 persone iscritte all’Aire
È stata presentata a Roma l’edizione 2024 del “Rapporto Italiani nel Mondo” della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana. Tra le evidenze emerse è che l’estero rappresenta il nuovo ascensore sociale: dal 2006 ad oggi il numero di italiani espatriati è raddoppiato, arrivando a oltre 6,1 milioni di cittadini iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’estero (Aire). A commentare i dati della Basilicata, il presidente del Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo, Luigi Scaglione. Scaglione ha partecipato da relatore alla presentazione di un Disegno di legge del parlamentare Porta sul “Crisi demografica, spopolamento e politiche migratorie” e ieri alla presentazione ufficiale del Rapporto Migrantes 2024. In Italia, la Sicilia si conferma nel 2024 la regione con la comunità di iscritti Aire più numerosa (+826 mila), seguita dalla Lombardia (+641 mila) e dal Veneto (+563 mila). Il 45,8% degli iscritti all’Aire è di origine meridionale (oltre 2,8 milioni, di cui 956 mila isolani). Oltre 2,3 milioni sono del Settentrione e 966 mila sono gli iscritti del Centro Italia (15,7%). La quota più elevata di donne che espatria si registra in Friuli-Venezia Giulia e Valle d’Aosta (48,8% e 46,7%), la più bassa in Basilicata (40,2%). «I dati sono spietati, ma in fondo – ha dichiarato Scaglione – è arrivata la conferma di un trend inesorabile che a furia di partenze dalla nostra regione verso altre regioni italiane, ma soprattutto verso l’intero mondo, in particolare verso l’Europa che nonostante le crisi interne attrae sempre più, Regno Unito e Germania in testa, rischia di lasciarci con il cerino in mano e finire per bruciarci».
I DATI LUCANI
Al 1° Gennaio 2024 rilevato un incremento di 4mila e 624 lucani di nuova iscrizione all’Aire. In particolare al 1° gennaio 2024 gli iscritti lucani all’Aire sono saliti a 146.142 cittadini (71.788 donne e 74.354 uomini) pari al 2,4% del totale di italiani residenti all’estero rispetto ai 141.518 al 1° Gennaio 2023, mentre nell’ultimo anno sono andati via 766 lucani verso l’estero (336 donne e 430 uomini), pari allo 0,9% del totale. Al 31 dicembre 2023, gli iscritti all’Aire della provincia di Potenza erano 122mila e 618, mentre quelli della provincia di Matera 23mila e 524. «Le nazioni interessate dalla registrazione dei lucani – ha dettagliato Scaglione – sono: Argentina 34.430 (23,6%), diminuiti rispetto al 24,3% dello scorso anno; pressoché stabili Germania 18.991 (13,0%); Svizzera 18.035 (12,3%); Brasile 12.270 – (8,4%); Uruguay 9.664 – (6,6%)». Nei dati più specifici, il primato di iscritti all’Aire spetta anche quest’anno a Marsico Nuovo (3461 pari al 91,7% rispetto alla popolazione residente), seguito da Lauria (3456 iscritti con una percentuale però più bassa pari al 29,4%), da Potenza (con 3451 iscritti all’Aire pari al 5,4% della popolazione) e da San Fele (con 3081 iscritti pari al 121,5%). «Il primato in percentuale in questa speciale classifica – ha aggiunto Scaglione -, va a Pescopagano con 2136 iscritti pari al 130%, seguito da Grumento Nova con il 124%. Nella graduatoria per incidenza percentuale, nell’ordine Castelgrande (183,1%), Montemurro (175,7%), Sasso di Castalda (152,1%), Pescopagano (130%), a seguire Calvera, Grumento Nova, San Fele, San Chirico Raparo. Poi tutti gli altri». Per Scaglione l’interesse futuro, come analizzato nel progetto di legge insieme al “Comitato 11 Ottobre”, «dovrà vertere soprattutto su chi non possiede ancora la cittadinanza italiana perché è quello su cui si potrà maggiormente fare leva per combattere lo spopolamento e l’invecchiamento nel nostro paese e della nostra regione, giacché dovrebbe possedere meno stimoli, in teoria, a prendere la strada verso altri paesi occidentali come chi si ritrova in mano la cittadinanza europea ed ha la possibilità di entrare più facilmente anche in Nord America di chi parte, per ipotesi, solo dall’Argentina o dal Venezuela». «Per questo motivo, senza introdurre nuove norme – ha proseguito Scaglione -, una possibilità potrebbe essere di semplificare quelle attuali affidando la gestione dei visti, dopo un indispensabile (ma controllato) passaggio nei consolati, agli enti locali, come propone la proposta di legge dell’Onervole Porta. Queste dovrebbero basarsi su cinque pilatri: accoglienza; formazione e socializzazione; inserimento lavorativo; distribuzione sul territorio sulla base dei problemi relativi al suo spopolamento; le istituzioni preposte». «Un ruolo fondamentale – ha concluso il presidente del Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo, Luigi Scaglione – in questa operazione lo devono avere soprattutto le regioni e gli enti locali e, dall’altro lato, l’associazionismo italiano nel mondo. Soggetti istituzionali che andranno presi nella dovuta considerazione».
PANORAMICA GENERALE
Sono 6 milioni 134 mila gli italiani che vivono all’estero. Lo scorso anno sono espatriati 89.462 italiani, il 9,1% in più rispetto al 2022, anche se non si è ancora tornati agli alti livelli pre-pandemia. Più della metà degli italiani nel mondo vive in Europa. Nel 2024 il 54,2% dei 6,1 milioni di iscritti all’Aire si trova in Europa (più di 3,3 milioni, di cui oltre 2,5 milioni nell’Ue a 15), il 40,6% in America (oltre 2,4 milioni, di cui 2 milioni in quella centromeridionale), oltre 167 mila in Oceania (2,7%), più di 78 mila in Asia (1,3%) e 70 mila in Africa (1,1%). Il 23,2% di chi risiede all’estero ha tra i 35 e i 49 anni; il 21,7% appartiene alla fascia di età 18-34 anni e il 19,5% a quella 50- 64 anni. Il 14,6% di chi è all’estero è minorenne, mentre gli anziani sono il 21,0%. Di questi: il 9,5% ha tra i 65 e i 74 anni, il 6,7% ha tra i 75 e gli 84 anni e il 4,8% ha più di 85 anni. Tra gli 89.462 italiani che si sono iscritti all’Aire nel 2023 con motivazione “espatrio” il 54,8% sono maschi, il 66,9% celibi/nubili, il 26,9% coniugati/e, lo 0,3% sono unioni civili. Il 45,5% del totale ha tra i 18 e i 34 anni, il 5,5% ne ha più di 65. In una generale crescita (+9,1%), gli over sessantacinquenni sono aumentati del 12,9%, con la variazione più consistente (+14%) tra chi ha tra i 65 e i 74 anni. I giovani e i giovani adulti nell’insieme (68,8%) sono la componente indiscussa dell’attuale esperienza migratoria italiana accompagnata dal 14,7% di minori (oltre 13 mila) e dal 5,5% di over 65 anni (5 mila circa). Il restante 11,1% ha tra i 50 e i 64 anni. L’Europa ha accolto il 71,4% di chi si è spostato da gennaio a dicembre 2023 (quasi 64 mila connazionali). Gli italiani sono partiti da tutte le province di Italia verso 187 Paesi del mondo di tutti i continenti. Per quanto riguarda i rimpatri, i paesi dai quali principalmente si ritorna nel 2022- 2023 sono, come indicato in precedenza, la Germania, il Regno Unito, la Svizzera, la Francia e gli Stati Uniti d’America, ma anche il Brasile e l’Argentina, per un totale del 58,7% dei rimpatri (oltre 76 mila su circa 129 mila per il complesso del biennio considerato, in termini assoluti). Un ruolo importante nella graduatoria dei primi 15 paesi è giocato anche da Spagna, Paesi Bassi, Australia, Belgio e Venezuela (percentuali sul totale comprese tra 4,3% e 1,6%). In sintesi, fornendo anche una panoramica globale, nel 2022 e 2023, le aree geografiche per le quali si espatria più frequentemente sono, in particolare, l’Unione europea (63,7%), gli altri Paesi europei non UE (12%) e l’America centro-meridionale (10,7%); la ripartizione geografica di origine, per oltre la metà degli espatri, è il Nord Italia (circa 109 mila nei due anni considerati, pari al 52,7%). Le aree geografiche dalle quali si rimpatria sono principalmente l’UE (52,7%), l’America centro-meridionale (pari al 17,3%) e gli altri Paesi europei (11%); anche per i rimpatri, gli italiani rientrano principalmente al Nord (circa 62 mila, nel 2022 e 2023, pari al 47,8%).