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L’IMBARAZZANTE INCARICO A FUINA DA 42 MILA €

Il suo successore al consorzio industriale lo nomina consulente con la possibilità di nominare un sub consulente. 3.500 euro al mese dal Consorzio Industriale al suo ex amministratore. Marrese: «Una poltrona per due»

Lasciarsi dietro le spalle il passato, cancellare tutto ciò che è accaduto al fine di voltare pagina è una delle cose più difficili nella vita di un uomo. Senza an- dare verso le metodologie zen e gli approcci filosofici tutti noi sappiamo co- me sia difficile non tornare nei posti dove si è stati felici anche se in realtà tale volontà è un inganno del tempo che ci farà trovare tristi quei posti dove abbiamo vissuto momenti di felicità.

45.000 EURO DI BUONI MOTIVI

Ovviamente questa mestizia dell’anima e i rischi del passato possono tranquillamente essere cancellati se, a ristoro della sofferenza, c’è una cospicua somma di denaro. Il Consigliere regionale di Basilicata democratica, Piero Marrese, ha reso no- to nei giorni scorsi che l’attuale Au del Consorzio per lo sviluppo industria- le della provincia di Matera, Giovanni Quinto, ha nominato come suo consulente l’avvocato Rocco Salvatore Fuina che, a sua volta, ha come nominato un avvocato che curerà le questioni squisitamente le- gali. Sembra una canzone di Branduardi. Fuina si dimise e subentrò nel ruolo di Au Quinto, Quinto nomina Fuina suo consulente per aspetti strategici, Fuina nomina un avvoca- to che dovrà andare fisicamente due giorni al Consorzio per gli aspetti legali: sembra mancare so- lo quello che al mercato mio padre comprò ed è tutto ok. In questa triangolazione, denunciata da Marrese, qualcuno è di troppo. Si potrebbe desumere che o Quinto non sa fare il Commissario e, quindi ha bi- sogno di Fuina che gli spieghi cosa fare, o Fuina non sa fare l’avvocato e, quindi, ha bisogno di un’altra sua collega per fare l’avvocato. In pratica, volendo riprendere la battuta di Marrese sulla «poltrona per due», possiamo dire anche che c’è uno stipendio di troppo. Soprattutto se viene pagato da un Ente che non gode di ottimissima salute. L’incarico a Fuina, infatti, costerà 42.000 euro l’anno più Iva e accessori, in pratica ogni mese incasserà 3.500 euro netti, quasi lo stipendio di un Direttore Generale senza neanche gli obblighi di presenza.

UN CONSORZIO A TRASMISSIONE PERSONALE

Come di consueto a noi non interessa tanto entrare nel merito delle vicende né da un punto di vista giudiziario, né contabile, né amministrativo. Saranno altri a dover scoprire se ci siano illeciti e di quale natura. Come è nostra abitudine ci interessa il dato politico della vicenda. Politicamente da un lato ci preme fare un plauso a Marrese che dimostra la capacità di «leggersi le carte» e di interrogare la Regione su questioni importanti e non su quisquilie, dall’altro non possiamo che stigmatizzare il comportamento di Fuina. Che lui lo sia o meno, l’ex consigliere regionale ed esponente leghista, dà così l’impressione di essere convinto che il Consorzio sia una sorta di proprietà privata, nella quale può fare tutto ciò che vuole. Una concezione che supera l’eius regio cuius religio per sfociare nella visione dominicale delle strutture pubbliche. Noi non vogliamo dire che Fuina non abbia le competenze per assolvere al compito di consulente del Commissa- rio. Diciamo che forse sarebbe stato più opportuno scegliere un professionista che non avesse già svolto il ruolo di rappresentante legale dello stesso Ente. Quello che appare ancora più strano è che tale no- mina avvenga in un periodo di prorogatio, posto che la nomina dell’attuale commissario è formalmente scaduta con la fine della legislatura regionale e che non è stata ancora confermata. Sembra quasi che Fuina sia pronto a riprendere quello che fu il suo posto e a cui ha voluto rinunciare per entrare in Consiglio regionale e si stia preparando alla successione al suo successore in una dinamica dinastica mai vista prima.

SI CHIEDE SERIETÁ

Il Governatore Bardi ha dimostrato più volte la massima serietà nella gestione delle società con- trollate e degli entri strumentali, più volte ha fatto capire che il suo approccio alle istituzioni è un approccio serio e lo ha dimostrato non tanto con le parole quanto con le azioni. Evidentemente qualcuno della sua coalizione, tra le seconde linee nascoste e famelicamente pronte ad occupare spazio non ha ben compreso o non con- divide questo approccio serio e istituzionalmente corretto del governatore. Il caso Fuina, se sono vere le parole dell’interrogazione di Marrese, dimostra chiaramente la vergognosa presenza di quest’arte di arrangiarsi e riciclarsi. La nostra regione merita di più e di meglio.

Di Massimo Dellapenna

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