ECCO LE POLEMICHE PRETESTUOSE DELL’AMBIENTALISMO DA SALOTTO
Critiche sulla decisione della regione di portare l’acqua del Basento nella Camastra
Pare sia impossibile avere la botte piena e la moglie ubriaca. Non serve una grande cultura ma un banale buon- senso per capirlo. Così come è semplice comprendere che davanti ad una situazione emergenziale sia necessario adottare misure straordinarie che ordinariamente non sarebbero mai state adoperate. Straordinario, infatti, etimologicamente significa che è al di fuori dell’ordinario. Non è che ci piaccia particolarmente parla- re dell’ovvio ma è assolutamente necessario farlo quando qualcuno finge di non comprendere la situa- zione nella quale ci si trova.
PARLARE È ARTE LEGGERA
Non vogliamo nasconderci dietro ad un paravento e, quindi, senza nessun infingimento ci riferiamo esplicitamente alla nota inviata da tutta l’estrema sinistra lucana condita con la solita retorica preoccupazione dell’estremismo dell’ambientalismo ideologico. Un crogiuolo di sigle che unisce insieme il Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Basilicata, l’alleanza Verdi Sinistra AVS, Rifondazione Co- munista, Potere al Popolo, Resistenza Popolare, l’ANPI di Basilicata, la CGIL, l’USB, i COBAS, l’ARCI e tante altre che onestamente abbiamo anche difficoltà a ricordare e che, così, giusto per il pia- cere di fare un po’ di ammuina decidono di parlare di acqua e di inquinamento idrico, ovviamente sen- za citare nessun dato e senza comprendere la situazione che si sta vivendo. In un perfetto stile accusatorio la loro nota parte dall’elencazione di tutti “i rappresentanti istituzionali e tecnici che hanno partecipato alla conferenza di servizio che si è tenuta in Via Verrastro per fornire risposte ai cittadini preoccupati per «l’emergenza idrica in corso» cui, come sempre accade nelle rogatorie della Santa Inquisizione Laica e Moralistica, vengono attribuite tutte le colpe senza che le stesse vangano né testate né comprovate.
POTREBBERO ESSERE INQUINATE
Pietra dello scandalo, nella testa e nello spirito dei redattori della nota, è la decisione della Regione Basilicata e di Acquedotto Lucano di captare le acque del Basento per portarle nella diga della Camastra che, come tutti sanno, è ormai prossima al collasso. Dall’alto dei loro pulpiti e, ovviamente senza citare nessun dato, dicono che esprimono tutta la loro preoccupazione perché l’acqua, captata a valle della Città di Potenza, «possa mettere a repentaglio la salute dei cittadini in quanto le acque che giungono in quella zona potrebbero aver raccolto i numerosi contaminanti dell’inquinatissima zona industriale di Tito e dell’intera zona industriale di Potenza con il vicino depuratore». Apprezziamo l’utilizzo del congiuntivo del dubbio, esattamente come siamo molto contenti del fatto che utilizzino il “possa” dell’eventualità. Certo ci piacerebbe che questo illuminato gruppo di portatori di ansia, suffragassero queste loro preoccupazioni con qualche analisi. Hanno analisi che dicono che l’acqua è talmente inquinata da non poter essere utilizzata neanche dopo la potabilizzazione? Se hanno queste analisi le tirino fuori, altrimenti dobbiamo prendere atto che giocano sol- tanto all’allarmismo propagandistico provando a soffiare sulle naturali paure della gente.
L’ACQUA NON È POTABILE
Il Direttore Generale dell’ARPAB Donato Ramunno, con molta serietà, ha detto che l’acqua del Basento non è potabile e che i controlli sull’acqua del fiume non sono tarati sui parametri di potabilità. Questa frase onesta del- l’amministratore dell’ARPAB viene estrapolata e ribaltata volendo far credere che l’acqua prelevata sia naturalmente non utilizzabile per scopi domestici. La gran ridda di sigle che firmano il documento non si degnano, però, di studiare che i parametri di analisi dell’acqua fluviale (ma anche di quella delle dighe destinate al consumo umano) non sono quel- li dell’acqua potabile. L’acqua accumulata dalle dighe, prima di essere immessa in rete, viene potabilizzata. Soltanto dopo il trattamento di potabilizza- zione vengono verificata secondo i parametri legali per l’uso domestico. L’acqua del Basento non è potabile ma non lo è neanche quella della Camastra o di qualsiasi altra diga. Per diventare potabile viene, appunto, potabilizzata. Questo stesso trattamento subirà anche l’acqua che verrà immessa nella Camastra dal fiume più lungo della Basilicata.
LE AZIONI SONO L’UNICA COSA CHE CONTA
La retorica della paura non è uno strumento che a noi piace, di solito non serve a nulla se non a lucrare qualche minimo consenso immediato o, quanto meno, ad eccitare i pochissimi sostenitori della propria parte. La verità è che l’Assessore Mongiello, il Presidente Bardi, l’intera Giunta Regionale di Basilicata, Acquedotto Lucano, Acque del Sud e tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nella gestione della risorsa idrica, davanti ad un problema, hanno deciso di agire per risolverlo e hanno messo in campo quello che potevano per cercare di ridurre al minimo i problemi della cittadinanza. Prendiamo atto che, secondo i redattori della nota, sarebbe stato meglio correre il rischio di rimanere assolutamente senz’acqua che provare a risolvere il problema. Noi che chimici non siamo né abbiamo competenze specifiche in materia ci affidiamo al buon senso e confidiamo nelle capacità delle istituzioni. La fiducia nelle istituzioni ci dice che, qualora l’acqua non dovesse essere potabile, le istituzioni ci avviserebbero. Il buon senso ci ricorda che l’utilizzo ai fini potabili dell’acqua nelle case è mini- male. Preferiamo dover comprare l’acqua minerale per bere ma poterci lavare con l’acqua del rubinetto anziché dover comprare l’acqua minerale anche per lavare a terra. Ciò di cui non si rendono conto i rivoluzionari da comunicato stampa è che nei momenti straordinari servono soluzioni straordinarie. Bardi, Mongiello e tutti gli altri attori hanno avuto il coraggio di compierle, se fosse stato per quelli che oggi criticano tra qualche giorno nelle case sarebbe stato impossibile anche solo immaginare di fare una doccia.
Di Massimo Dellapenna