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INVESTIMENTI GREEN: BASILICATA 2ª IN ITALIA

Atlante foreste tra fondi Ue e finanziamenti privati, in regione messi a dimora oltre 329 mila alberi. Stimato un beneficio regionale in termini di servizi eco-sistemici di oltre 1 milione e mezzo di euro annui

Il Mezzogiorno in testa per investimenti in infrastrutture verdi: considerando sia gli investi- menti pubblici che quelli privati, il Trentino-Alto Adige, con oltre 637.000 piante messe a dimora, prevalentemente nelle Province autonome, è la regione con più alberi piantati nel periodo temporale considerato, seguita dal Piemonte e da Basilicata e Puglia, che risalgono nella classifica, insieme ad altre regioni del centro Sud. È questo uno dei dettagli che emergono dalla quarta edizione dell’Atlante delle Foreste, l’indagine condotta da Legambiente e AzzeroCO2, che illustra il trend dei nuovi interventi di rimboschimento in Italia, quantificando l’incremento del capitale naturale e i relativi benefici ambientali ed economici. Come specificato, l’anno di riferimento del report è il 2023, che va a comprendere anche gli interventi realizzati entro il mese di marzo 2024, considerato termine ultimo per la messa a dimora delle piante nella stagione vegetativa idonea, che va da ottobre a marzo. A livello generale, la raccolta dati ha consentito di collezionare 291 macro- progetti di nuove piantumazioni urbane ed extraurbane, su tutto il territorio nazionale, la cui estensione complessiva, grazie alla messa a dimora di 2 milioni 403 mila e 866 alberi, copre 3.089 ettari di territorio, tra pubblico e privato, in grado di generare servizi eco sistemici per un valore complessivo di oltre 16 milioni di euro all’anno per ciascuno degli anni di vita degli impianti arborei ed arbustivi messi a dimora. A livello nazionale, però, il trend nuove piantumazioni è risultato in decrescita rispetto all’anno precedente (-10%). Approfondendo i dettagli territoriali, come anticipato, nel 2023 si è assistito ad un’inversione di tendenza nella concentrazione degli interventi: le regioni del Centro-Sud, storicamente in posizioni basse nella classifica del- le aree geografiche in cui si pianta di più, si trovano sul podio e nelle prime posizioni: «Parliamo della Basilicata e della Puglia (secondo e quarto posto), seguite da Umbria e Sicilia (dato aggregato per investimenti pubblici e privati)». Entra nel podio anche il Piemonte, mentre si conferma invece il primato del Trentino Alto Adige. Per la Basilicata la messa a dimora ha interessato un totale di 329 mila e 764 alberi per 340,67 ettari. Interventi lucani in grado di generare un beneficio complessivo in Basilicata, in termini di servizi eco sistemici, pari a 1 milione 778 mila e 805 euro annui. L’investimento pubblico (2 milioni 406 mila e 737 euro) è, come prevedibile, preponderante: in Basilicata a fronte delle 329 mila e 764 piantumazioni, gli alberi a finanziamento privato soltanto mille e 280: i restanti oltre 328 mila sono «alberi a finanziamento pubblico». A livello nazionale, sono 145.868 gli alberi messi a dimora grazie ai contributi volontari di imprese che operano sul territorio italiano, con un decremento del 14% rispetto ai progetti rendicontati da questo rapporto nel 2022: «Si riduce sensibilmente la superficie destinata alla messa a dimora che passa da oltre 192 ettari nel 2022 a circa 154 ettari nel 2023 e questo dato conferma una minore parcellizzazione dei progetti, con un aumento della densità di piante messe a dimora per ettaro». Le regioni che hanno beneficiato maggiormente dei contributi privati per la creazione di nuove aree verdi sono la Lombardia, il Veneto e il Trentino Alto Adige Il segno positivo non riguarda però tutte le regioni. Un dato rilevante emerso dall’analisi è l‘assenza nel 2023 di nuove piantagioni finanziate con fondi regionali in sette regioni. In Abruzzo, Campania, Lazio, Lombardia, Toscana e, come già lo scorso anno, in Calabria e in Molise, nel 2023 non sono stati attivati finanziamenti per nuove piantagioni: «Molto probabilmente perché sono state definitivamente chiuse le pratiche del Psr 2014-2022 e non ancora attivate quelle del Csr 2023-2027». Diversa la situazione della Liguria, dove la scelta di non investire in nuove piantagioni è legata all’elevata percentuale di superficie boschiva regionale: «È importante quindi sottolineare che l’assenza di incrementi nel numero di alberi piantati non è necessariamente un indicatore negativo, ma va contestualizzato nella specifica realtà regionale e nell’arco temporale di riferimento del rapporto. In alcuni casi le nuove attività di forestazione sono state messe in programma per il 2024».

Di A.Carponi

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