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NEL 2023 L’ECONOMIA LUCANA AVEVA RALLENTATO, ORA RISTAGNA

Aggiornamento congiunturale della Banca d’Italia: crollo automotive ed export, regge il comparto estrattivo grazie al petrolio

Nel 2023 l’economia lucana «ha rallentato», tra le criticità l’andamento del settore industriale che «è stato debole», mentre nella prima parte del 2024, sempre l’economia lucana, «ha ristagnato». È quanto emerge dall’aggiornamento congiunturale sull’economia della Basilicata presentato presso la filiale di Potenza. Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, nei primi sei mesi di que- st’anno il prodotto ha registrato una variazione di poco negativa (-0,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023), a fronte del lieve aumento osservato nel Mezzogiorno e in Italia (rispettivamente 0,6 e 0,4 per cento).

CALO AUTOMOTIVE

La congiuntura regionale «è stata condizionata dall’andamento negativo dell’industria», che ha risentito del forte calo della fabbricazione di autoveicoli. Nel primo semestre del 2024 la produzione di auto è stata inferiore del 58 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023 e al calo della produzione si è associata una riduzione delle vendite di auto sia in Italia sia all’estero. Le prospettive del comparto «rimangono legate in regione all’avvio delle nuove produzioni dello stabilimento di auto di Melfi e potrebbero essere condizionate dalla bassa domanda dei modelli elettrici, frenata dai prezzi al momento ancora elevati e dalla carenza di un’adeguata infrastruttura di ricarica».

REGGE IL PETROLIO

Nel comparto estrattivo la produzione di petrolio greggio è aumentata nel primo semestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2023 (9,2 per cento), mentre quella di gas, che riveste minore importanza, si è ridotta (- 5,0 per cento). Tenendo conto dell’andamento delle quotazioni di petrolio e gas, il valore della produzione di idrocarburi, da cui dipende l’ammontare delle royalties erogate a favore degli enti locali lucani, sarebbe rimasto prossimo ai valori del primo semestre 2023.

TERZIARIO E TURISMO

Gli indicatori disponibili mostrano per il settore terziario «una crescita modesta e inferiore rispetto a quella registrata nell’anno precedente». Per Banca d’Italia, «il settore continua a risentire, nel comparto commerciale, della debole dinamica dei consumi delle famiglie e di un andamento del turismo divenuto meno intenso». Nel comparto del turismo la dinamica ha continuato a risultare espansiva, seppure in rallentamento. Secondo i dati provvisori forniti dall’Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata, nei primi otto mesi di quest’anno le presenze turistiche sono aumentate del 2,3 per cento, un dato inferiore a quello del 2023. L’andamento è stato positivo soprattutto per gli stranieri, in crescita dell’11,0 per cento, a fronte di una sostanziale stabilità delle presenze di italiani. La quota di turisti stranieri è salita al 15,9 per cento (14,7 nel corrispondente periodo del 2023), un valore che continua a essere significativamente minore della media nazionale. La dinamica, più intensa nei primi mesi dell’anno, è peggiorata durante il periodo estivo, soprattutto tra i turisti italiani: ad agosto, mese nel quale si concentra oltre un quarto del totale annuale delle presenze, queste ultime sono risultate in calo del 2,5 per cento.

IMPRESE: INVESTIMENTI E DINTORNI

In generale, in Basilicata per la dinamica degli investimenti nel settore industriale, già flettente lo scorso anno, «è prevista in ulteriore indebolimento nel 2024, frenata anche dalle incertezze legate al quadro geopolitico globale e da tassi di interesse ancora relativamente elevati». L’andamento degli investimenti delle imprese industriali, inoltre, «è peggiorato nei primi nove mesi del 2024, risentendo dell’elevato costo del credito e dell’incertezza del quadro congiunturale». La crescita del settore delle costruzioni, particolarmente vigorosa nell’ultimo triennio, «ha rallentato soprattutto per effetto della rimodulazione degli incentivi fiscali per la riqualificazione degli immobili». L’andamento del credito alle imprese ha continuato a risentire della debole domanda di finanziamenti, dovuta anche al contenuto fabbisogno per gli investimenti, in un contesto in cui anche i criteri di offerta applicati ai prestiti al settore produttivo sono divenuti lievemente più restrittivi. Nei primi mesi del 2024 l’andamento dei prestiti bancari alle imprese ha continuato a peggiorare, sino a far registrare ad agosto una contrazione del 4,2 per cento su base annua (dal -1,9 di dicembre 2023).

CROLLO EXPORT

Nel primo semestre del 2024 le esportazioni luca- ne hanno registrato una forte contrazione (-40,9 per cento a prezzi correnti). L’andamento è stato significativamente peggiore rispetto a quanto osservato nel resto del Paese (-1,1) e nel Mezzogiorno (3,5). La flessione dell’export lucano è stata determinata soprattutto dal calo delle vendite all’estero di autoveicoli, che costituiscono circa la metà delle esportazioni della regione. L’andamento è risultato negativo anche al netto di questi prodotti, sebbene in misura meno accentuata (- 8,7 per cento). Il calo delle esportazioni non ha riguardato gli alimentari, per i quali si è registrata una crescita di oltre un quarto. Le vendite nei paesi UE, verso cui sono diretti circa i due terzi dell’export regionale, sono diminuite di oltre un terzo; il calo riferito ai paesi extra europei è stato ancora più accentuato (-50,4 per cento).

IL MERCATO DEL CREDITO

Sul fronte finanziamenti bancari, ei primi mesi del 2024 la dinamica del credito bancario a famiglie e imprese (settore privato non finanziario) residenti in regione «ha continuato a indebolirsi: ad agosto i prestiti hanno registrato una contrazione del 2,1 per cento su base annua (dal -1,0 del dicembre precedente); la flessione è stata più marcata rispetto alla media del Mezzogiorno (-0,9 per cento) e sostanzialmente in linea con il dato nazionale (-2,0 per cento)». L’andamento è riconducibile alla contrazione dei prestiti al settore produttivo; i finanziamenti bancari alle famiglie «sono invece aumentati, seppur marginalmente». La domanda di prestiti da parte delle famiglie, dopo l’indebolimento registrato nel 2023, è tornata a crescere nei mesi più recenti: l’espansione ha riguardato esclusivamente il credito al consumo. Nel primo semestre del 2024 la qualità del credito bancario alla clientela residente è rimasta sostanzialmente stabile rispetto alla fine dello scorso anno. Nella media dei quattro trimestri terminanti a giugno, il flusso dei nuovi prestiti deteriorati in rapporto a quelli in bonis (tasso di deterioramento) si è attestato all’1,5 per cento, un valore prossimo a quello di dicembre 2023: dato poco più alto della media nazionale (1,3).

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