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TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE SUL “PROGETTO” PONTE SULLO STRETTO, ANCORA PRIVO DI AUTORIZZAZIONE INGV

FACCIAMO IL PUNTO SULLA SITUAZIONE ATTUALE RICORDANDO CHE UN ANNO FA INGV SOLLEVAVA GLI STESSI DUBBI

È GIUSTO INFORMARE 

 

Carlo Doglioni
Presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia

#ègiustoinformare
#pontesullostrettodimessina

C’è un caso sulla valutazione del rischio sismico per il ponte sullo Stretto

FACCIAMO IL PUNTO SULLA SITUAZIONE ATTUALE RICORDANDO CHE UN ANNO FA INGV SOLLEVAVA GLI STESSI DUBBI

L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia non è stato incaricato delle rilevazioni, e l’opposizione ha chiesto al governo di fermare il progetto

Nel fine settimana Repubblica ha pubblicato parti di due lettere scritte dal presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), Carlo Doglioni, che hanno generato nuove polemiche politiche sul ponte sullo Stretto di Messina.

Carlo Doglioni
Presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia

Doglioni ha scritto che l’INGV non è stato coinvolto nel progetto definitivo del ponte per quanto riguarda l’analisi del rischio sismico e di possibili faglie attive, e che sarebbe necessario fare alcuni approfondimenti

La società Stretto di Messina, che gestisce il progetto del ponte, ha replicato che il progetto è invece completo e dotato di tutte le certificazioni necessarie, aggiungendo che il ponte sarà :

«una delle strutture sismicamente più sicure in Italia e nel mondo»

Carlo Doglioni
Presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia

Dopo la pubblicazione dell’articolo, però, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico hanno chiesto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di fermare l’opera e di riferire in parlamento.

Il caso è iniziato dalla documentazione allegata al progetto definitivo del ponte sullo Stretto, una delle opere più complesse e costose della storia italiana e di cui si discute da almeno 50 anni

La commissione VIA (valutazione di impatto ambientale) del ministero dell’Ambiente aveva chiesto alla società Stretto di Messina di chiarire alcuni aspetti sul rischio sismico e sugli studi geofisici dell’area dove verrà costruito il ponte.

Nella risposta la società Stretto di Messina aveva fatto riferimento a una relazione del dipartimento di Scienze della terra della Sapienza di Roma e dell’INGV

A quel punto il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli aveva chiesto a Doglioni quali studi erano stati fatti dall’INGV sulla

«presenza di faglie attive nell’area del ponte»

Doglioni ha risposto che l’INGV

«non ha avuto incarico da parte dello Stretto di Messina a svolgere indagini sulla presenza di faglie attive»

Carlo Doglioni
Presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia

Ha inoltre aggiunto che a svolgere le analisi citate dalla società Stretto di Messina sarebbero stati due ricercatori dell’INGV autorizzati a fare studi bibliografici

«a esclusivo titolo personale»

e sulla base di dati già in possesso dell’INGV

Doglioni ha detto che l’INGV non è in possesso di queste analisi, che pertanto non possono rappresentare l’opinione ufficiale dell’istituto.

Nelle lettere citate da Repubblica Doglioni parla anche della faglia Cannitello, su cui dovrebbe poggiare il pilone del ponte dalla parte della Calabria.

Una faglia è una frattura della crosta terrestre che mette a contatto due porzioni di roccia, che scorrono l’una rispetto all’altra.

Il movimento lungo una faglia può avvenire in modo lento e continuo, oppure in modo istantaneo, generando terremoti.

Nelle mappe del progetto del ponte sullo Stretto, scrive sempre Repubblica, si dice che la faglia Cannitello non è più attiva in base alla bibliografia esistente.

Secondo Doglioni servirebbero però altri studi specifici per valutarne l’attività potenziale.

Dopo aver ricevuto le risposte di Doglioni, Bonelli ha scritto al CIPESS (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), l’organismo statale che dovrà autorizzare il progetto in via definitiva

ANGELO BONELLI

Bonelli ha inviato le risposte di Doglioni anche alla commissione VIA, che martedì dovrebbe dare un parere sul progetto definitivo, e alla commissione Grandi rischi della Protezione Civile

L’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha scritto a Repubblica che il progetto definitivo «non manca di alcun “via libera sismico” o “certificazione”»

Pietro Ciucci
Ex amministratore delegato dell’ANAS

Ciucci ha spiegato che sono stati svolti rilievi e analisi tecniche nell’area dove verrà costruito il ponte sullo Stretto e ha detto che di recente la società Stretto di Messina ha fatto un accordo di collaborazione tecnico-scientifica con l’INGV

Ha inoltre ribadito che la faglia di Cannitello non è “sismogenetica”, cioè non può produrre scuotimento sismico del suolo: anche se dovesse esserci un terremoto, per Ciucci comunque il Ponte sullo Stretto «non subirebbe alcun danno» per com’è stato progettato

Il progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina era stato approvato a febbraio

Prevede la costruzione del ponte a campata unica più lungo del mondo: la lunghezza complessiva sarebbe di 3.660 metri, con una campata sospesa di 3.300 metri

In base al progetto le due torri che lo sosterranno dovrebbero essere alte 399 metri e formate da due piloni collegati tra loro da tre grandi travi orizzontali. Secondo le stime i cantieri costeranno 13,5 miliardi di euro, ai quali va aggiunto circa un miliardo di euro per le opere accessorie. Da tempo le associazioni ambientaliste e l’opposizione al governo criticano il progetto, dicendo che è dannoso, anacronistico e troppo costoso.

Poche settimane fa anche la sindaca di Villa San Giovanni, in Calabria, e il sindaco di Messina, in Sicilia, hanno espresso i propri dubbi sulla fattibilità dell’opera.
I lavori dovrebbero partire nel 2025.

FACCIAMO IL PUNTO SULLA SITUAZIONE ATTUALE RICORDANDO CHE UN ANNO FA INGV SOLLEVAVA GLI STESSI DUBBI


🔹Il caso del certificato mancante per il via al Ponte sullo Stretto: un anno fa l’Ingv sollevava gli stessi dubbi

L’Ingv ha spiegato di non aver realizzato nessun certificato per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, come risulta invece dai documenti consegnati al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase)
Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica

Già nel 2023 il presidente Carlo Doglioni aveva espresso le stesse criticità sui rischi del ponte emerse oggi nella sua smentita ufficiale.

C’è un problema sulla documentazione integrativa consegnata alla Commissione VIA – VAS del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase) per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina

In queste ore, infatti, il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni, ha negato che tra i documenti presentati ci sia una certificato sui rischi sismici del progetto firmato dall’istituto.

Come ha spiegato Doglioni in due lettere inviate al deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Angelo Bonelli il certificato a cui si fa riferimento nella documentazione sarebbe stato realizzato da due ricercatori, ma a titolo personale, e non come rappresentati dell’Ingv

Il presidente Doglioni è stato infatti membro della Commissione di esperti incaricati dal secondo governo Conte di esprimere un parere tecnico sulla fattibilità della costruzione di un attraversamento stabile dello Stretto di Messina. contatto l’Ingv per avere chiarimenti in merito: l’istituto ha confermato di non aver firmato nessun certificato, aggiungendo che il suo parere tecnico coincide con quanto riferito da Doglioni durante le audizioni alla Camera sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto del 14 aprile 2023

È stato visualizzato per fare il punto sui rischi della costruzione dell’infrastruttura secondo gli esperti dell’Ingv

🔹I rischi sismici del Ponte sullo stretto

Durante l’audizione parlamentare sul tema, il Prof. Doglioni aveva specificato di aver lavorato con gli altri membri della Commissione per valutare le diverse possibilità allora sul tavolo per realizzare un attraversamento stabile dello Stretto:

“L’unica possibilità considerabile dal punto di vista sismo-tettonico era quella del ponte, a campata unica o a più campate”

Tuttavia, anche a tal proposito il presidente sollevava la presenza di criticità ancora irrisolte. 

Quella in cui dovrebbe sorgere il ponte – spiegava Doglioni – è

“un’area soggetta al movimento relativo tra la Calabria e la Sicilia”

Nelle vicinanza di quell’area – aveva poi aggiunto – si è verificato il terremoto di Messina del 1908 con magnitudo superiore a 7, uno degli eventi sismici più catastrofici del ‘900, che causò più di 80.000 vittime

🔹La questione delle faglie

Nelle due lettere con cui Doglioni ha chiarito la posizione dell’Ingv all’onorevole Bonelli, una delle prime criticità che emerge riguarda la presenza nell’area di faglie attive.

Una faglia attiva è una frattura che si è verificata all’interno di una sezione di roccia della crosta terrestre, in cui sono evidenti i segni del movimento tra i due blocchi da cui si è creata.

Nello specifico, come già era emerso a settembre 2024 dall’analisi dei documenti consegnati al Mase dalla stessa società Stretto di Missina, i rischi maggiori deriverebbero dalla presenza della faglia Cannitello


Si tratta di una delle cinque faglie definite dal censimento Ispra come di “massima pericolosità”


Su questa faglia, stando alle mappe del progetto, dovrebbe essere costruito uno dei piloni sul lato calabrese.

Per valutarne la potenziale attività – scrive oggi Doglioni – sarebbero state necessarie della analisi paleosismologiche che però non sono mai state svolte dall’Ingv.

🔺Già nel 2023 Doglioni spiegava durante quell’audizione parlamentare:

“L’area dello Stretto è attraversata da molte faglie, quindi è attiva da un punto di vista sismico: si tratta di faglie in buona parte note, responsabili della sismicità registrata dall’Ingv dal 1975. Dobbiamo immaginare di costruire un attraversamento stabile in grado di resistere a una sismicità come quella che causò il terremoto del 1908”

Come il presidente Doglioni aveva spiegato, l’attività che causò quell’evento sismico potrebbe infatti verificarsi di nuovo.

🔹Il problema delle norme tecniche

Un altro punto toccato da Doglioni nelle lettere a Bonelli veniva sollevato già più di un anno fa.
Quello relativo ai coefficienti di resistenza alle accelerazioni sismiche.

Come spiega il Dipartimento Protezione Civile per indicare il grado rischio sismico di una zona, anche in vista della possibilità di edificare in quell’area

“a ciascuna zona, inoltre, viene attribuito un valore dell’azione sismica utile per la progettazione, espresso in termini di accelerazione massima su roccia”

Tuttavia, rispetto a questa mappa di pericolosità (aveva spiegato Doglioni nell’audizione)

“abbiamo visto che in questi ultimi venti anni le accelerazioni previste dalle norme tecniche per la costruzione edilizia sono inferiori a quelle registrate durante gli eventi sismici, soprattutto al crescere della magnitudo”

Questa discrepanza tra i valori indicati dalle norme edilizie, e quindi quelli considerati anche nel progetto per il Ponte, si riscontra anche nell’area dello Stretto:

“Date le magnitudo che possono verificarsi in quest’area potremmo avere delle accelerazioni ben maggiori di quelle previste dalle norme tecniche: le norme attuali prevedono accelerazioni intorno ai 0,55 g (forza di gravità), ma invece sappiamo che nelle aree epicentrali dello stretto di Messina questi valori possono raggiungere e superare anche la soglia di 1 g”

Carlo Doglioni
Presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia

Per questo motivo, già allora l’Ingv chiedeva un aggiornamento delle norme tecniche in base ai valori di accelerazione sismica effettivamente riscontrati negli ultimi anni.

🔺Ponte sullo stretto, chi ha fatto l’analisi sismica❓

Il ministero dell’Ambiente cita una relazione dell’Ingv ma l’istituto rivela di non essere mai stato coinvolto nel progetto e solleva dubbi sui calcoli di resistenza ai terremoti dell’opera

Il progetto del Ponte sullo stretto di Messina torna al centro delle polemiche, questa volta per questioni legate alla sicurezza sismica del progetto

Tutto nasce da una relazione citata nella documentazione presentata dalla commissione Via (Valutazione di impatto ambientale) del ministero dell’Ambiente, che fa riferimento a uno studio del dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza di Roma e dell’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l’ente pubblico che ha il compito di monitorare tutti i terremoti in Italia e l’attività vulcanica contenente analisi sismiche aggiornate

Peccato che questa relazione non esista, o almeno non come documento ufficiale

A svelare l’incongruenza è Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), che ha reso pubbliche due lettere del presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni.

ANGELO BONELLI

Le missive, riportate dal quotidiano Repubblica, smentiscono categoricamente ogni coinvolgimento ufficiale dell’Istituto all’interno della valutazione del progetto.

“L’Ingv non ha avuto incarico da parte dello stretto di Messina a svolgere indagini sulla presenza di faglie attive”

si legge nei documenti menzionati dal quotidiano.

Solo “due ricercatori dell’Ingv hanno svolto analisi dell’area a esclusivo titolo personale”, analisi che, prosegue il testo, “non possono rappresentare l’opinione istituzionale dell’Ingv”

🔹Faglie attive e rischi sottovalutati

Nelle sue lettere, Doglioni non si limita a smentire il coinvolgimento del suo Istituto, ma evidenzia anche delle criticità tecniche potenzialmente fatali per il progetto del Ponte sullo stretto.

La prima riguarda i coefficienti di resistenza sismica: il ponte è infatti stato progettato per resistere a un’accelerazione di 0,58 Gal, un valore che, secondo il presidente dell’Ingv, è drammaticamente sottostimato.

“All’Aquila si sono registrate accelerazioni fino a 0,66 e ad Amatrice fino a 0,95”, scrive Doglioni, aggiungendo che
“lo stretto di Messina può essere epicentrale per eventi sismici con accelerazioni facilmente superiori a 1 ma possibili anche fino a 1,5 – 2”

Ancora più preoccupante è poi la questione della faglia di Cannitello, dove dovrebbe sorgere il pilone sul lato calabrese della costa.
Il progetto la considera inattiva, ma secondo Doglioni
“per valutarne la potenziale attività sarebbe necessario effettuare studi tramite trincee paleosismologiche che non risultano essere state realizzate recentemente”

In sostanza, mancano studi geologici aggiornati su un’area cruciale per la stabilità dell’opera.

🔹Il cortocircuito delle autorizzazioni

A complicare questo già intricato quadro, si aggiunge la gestione anomala delle autorizzazioni a livello regionale.

Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani ha dichiarato che
“la commissione tecnica regionale ha espresso parere favorevole all’unanimità” sul progetto del Ponte sullo stretto.

Ma come rivelato da Bonelli, questa affermazione non corrisponde alla realtà:

“la commissione tecnica non ha mai espresso il parere nei termini previsti dalla legge: entro il 13 aprile, quando dovevano essere presentate le osservazioni, e il 13 ottobre, data entro cui si sarebbero dovute fornire le controsservazioni”

ANGELO BONELLI

A rafforzare i dubbi sulla solidità dell’iter autorizzativo è intervenuta anche la Arpa Sicilia che ha denunciato l’impossibilità materiale di effettuare una valutazione adeguata 

L’agenzia regionale per la protezione ambientale ha sottolineato come il tempo concesso per analizzare i 1.400 elaborati tecnici del progetto fosse del tutto insufficiente per un’analisi approfondita

🔹Le prossime mosse

Le rivelazioni contenute all’interno delle lettere di Doglioni hanno già innescato una serie di azioni.

I documenti sono stati inviati al Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) l’organismo interministeriale presieduto dalla premier Giorgia Meloni che dovrà dare il via libera definitivo al progetto

Alcune copie sono state trasmesse anche alla commissione Via e alla commissione Grandi rischi della Protezione civile

Nel frattempo, Bonelli ha presentato un esposto alla procura di Roma, chiedendo chiarimenti anche sulla

“deroga all’inedificabilità prevista da una circolare della Protezione civile su opere su faglie sismiche”

Una mossa che potrebbe portare a ulteriori verifiche sulla regolarità dell’iter autorizzativo del progetto.

Il rendering del progetto di Parsons ed Eurolink per il ponte sullo Stretto di Messina

DOGLIONI {INGV} AGGIORNARE PROGETTO SU RISCHIO SISMICO

#pontesullostretto

DOGLIONI {INGV} AGGIORNARE PROGETTO SU RISCHIO SISMICO #pontesullostretto

🔹Ponte sullo Stretto e terremoti, chi è Carlo Doglioni: lo scienziato «guastafeste» per il progetto caro a Salvini

C’è un caso sulla valutazione del rischio sismico per il ponte sullo Stretto

FACCIAMO IL PUNTO SULLA SITUAZIONE ATTUALE RICORDANDO CHE UN ANNO FA INGV SOLLEVAVA GLI STESSI DUBBI

L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia non è stato incaricato delle rilevazioni, e l’opposizione ha chiesto al governo di fermare il progetto

Nel fine settimana Repubblica ha pubblicato parti di due lettere scritte dal presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), Carlo Doglioni, che hanno generato nuove polemiche politiche sul ponte sullo Stretto di Messina. Doglioni ha scritto che l’INGV non è stato coinvolto nel progetto definitivo del ponte per quanto riguarda l’analisi del rischio sismico e di possibili faglie attive, e che sarebbe necessario fare alcuni approfondimenti. La società Stretto di Messina, che gestisce il progetto del ponte, ha replicato che il progetto è invece completo e dotato di tutte le certificazioni necessarie, aggiungendo che il ponte sarà «una delle strutture sismicamente più sicure in Italia e nel mondo». Dopo la pubblicazione dell’articolo, però, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico hanno chiesto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di fermare l’opera e di riferire in parlamento.

Il caso è iniziato dalla documentazione allegata al progetto definitivo del ponte sullo Stretto, una delle opere più complesse e costose della storia italiana e di cui si discute da almeno 50 anni

La commissione VIA (valutazione di impatto ambientale) del ministero dell’Ambiente aveva chiesto alla società Stretto di Messina di chiarire alcuni aspetti sul rischio sismico e sugli studi geofisici dell’area dove verrà costruito il ponte. Nella risposta la società Stretto di Messina aveva fatto riferimento a una relazione del dipartimento di Scienze della terra della Sapienza di Roma e dell’INGV.

A quel punto il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli aveva chiesto a Doglioni quali studi erano stati fatti dall’INGV sulla «presenza di faglie attive nell’area del ponte».

Doglioni ha risposto che l’INGV «non ha avuto incarico da parte dello Stretto di Messina a svolgere indagini sulla presenza di faglie attive». Ha inoltre aggiunto che a svolgere le analisi citate dalla società Stretto di Messina sarebbero stati due ricercatori dell’INGV autorizzati a fare studi bibliografici «a esclusivo titolo personale», e sulla base di dati già in possesso dell’INGV.
Doglioni ha detto che l’INGV non è in possesso di queste analisi, che pertanto non possono rappresentare l’opinione ufficiale dell’istituto.

Nelle lettere citate da Repubblica Doglioni parla anche della faglia Cannitello, su cui dovrebbe poggiare il pilone del ponte dalla parte della Calabria. Una faglia è una frattura della crosta terrestre che mette a contatto due porzioni di roccia, che scorrono l’una rispetto all’altra. Il movimento lungo una faglia può avvenire in modo lento e continuo, oppure in modo istantaneo, generando terremoti. Nelle mappe del progetto del ponte sullo Stretto, scrive sempre Repubblica, si dice che la faglia Cannitello non è più attiva in base alla bibliografia esistente. Secondo Doglioni servirebbero però altri studi specifici per valutarne l’attività potenziale.

Dopo aver ricevuto le risposte di Doglioni, Bonelli ha scritto al CIPESS (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), l’organismo statale che dovrà autorizzare il progetto in via definitiva. Bonelli ha inviato le risposte di Doglioni anche alla commissione VIA, che martedì dovrebbe dare un parere sul progetto definitivo, e alla commissione Grandi rischi della Protezione Civile.

L’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha scritto a Repubblica che il progetto definitivo «non manca di alcun “via libera sismico” o “certificazione”». Ciucci ha spiegato che sono stati svolti rilievi e analisi tecniche nell’area dove verrà costruito il ponte sullo Stretto e ha detto che di recente la società Stretto di Messina ha fatto un accordo di collaborazione tecnico-scientifica con l’INGV. Ha inoltre ribadito che la faglia di Cannitello non è “sismogenetica”, cioè non può produrre scuotimento sismico del suolo: anche se dovesse esserci un terremoto, per Ciucci comunque il Ponte sullo Stretto «non subirebbe alcun danno» per com’è stato progettato.

Il progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina era stato approvato a febbraio. Prevede la costruzione del ponte a campata unica più lungo del mondo: la lunghezza complessiva sarebbe di 3.660 metri, con una campata sospesa di 3.300 metri. In base al progetto le due torri che lo sosterranno dovrebbero essere alte 399 metri e formate da due piloni collegati tra loro da tre grandi travi orizzontali. Secondo le stime i cantieri costeranno 13,5 miliardi di euro, ai quali va aggiunto circa un miliardo di euro per le opere accessorie. Da tempo le associazioni ambientaliste e l’opposizione al governo criticano il progetto, dicendo che è dannoso, anacronistico e troppo costoso. Poche settimane fa anche la sindaca di Villa San Giovanni, in Calabria, e il sindaco di Messina, in Sicilia, hanno espresso i propri dubbi sulla fattibilità dell’opera. I lavori dovrebbero partire nel 2025.

FACCIAMO IL PUNTO SULLA SITUAZIONE ATTUALE RICORDANDO CHE UN ANNO FA INGV SOLLEVAVA GLI STESSI DUBBI

🔹Il caso del certificato mancante per il via al Ponte sullo Stretto: un anno fa l’Ingv sollevava gli stessi dubbi

L’Ingv ha spiegato di non aver realizzato nessun certificato per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, come risulta invece dai documenti consegnati al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase)
Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
Già nel 2023 il presidente
#Carlo_Doglioni aveva espresso le stesse criticità sui rischi del ponte emerse oggi nella sua smentita ufficiale.

C’è un problema sulla documentazione integrativa consegnata alla Commissione VIA – VAS del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase) per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina.
In queste ore, infatti, il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni, ha negato che tra i documenti presentati ci sia una certificato sui rischi sismici del progetto firmato dall’istituto.

Come ha spiegato Doglioni in due lettere inviate al deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Angelo Bonelli il certificato a cui si fa riferimento nella documentazione sarebbe stato realizzato da due ricercatori, ma a titolo personale, e non come rappresentati dell’Ingv.

Il presidente Doglioni è stato infatti membro della Commissione di esperti incaricati dal secondo governo Conte di esprimere un parere tecnico sulla fattibilità della costruzione di un attraversamento stabile dello Stretto di Messina. contatto l’Ingv per avere chiarimenti in merito: l’istituto ha confermato di non aver firmato nessun certificato, aggiungendo che il suo parere tecnico coincide con quanto riferito da Doglioni durante le audizioni alla Camera sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto del 14 aprile 2023.
È stato visualizzato per fare il punto sui rischi della costruzione dell’infrastruttura secondo gli esperti dell’Ingv.

🔹I rischi sismici del Ponte sullo stretto

Durante l’audizione parlamentare sul tema, il Prof. Doglioni aveva specificato di aver lavorato con gli altri membri della Commissione per valutare le diverse possibilità allora sul tavolo per realizzare un attraversamento stabile dello Stretto: “L’unica possibilità considerabile dal punto di vista sismo-tettonico era quella del ponte, a campata unica o a più campate”

Tuttavia, anche a tal proposito il presidente sollevava la presenza di criticità ancora irrisolte.
Quella in cui dovrebbe sorgere il ponte – spiegava Doglioni – è “un’area soggetta al movimento relativo tra la Calabria e la Sicilia”. Nelle vicinanza di quell’area – aveva poi aggiunto – si è verificato il terremoto di Messina del 1908 con magnitudo superiore a 7, uno degli eventi sismici più catastrofici del ‘900, che causò più di 80.000 vittime.

🔹La questione delle faglie

Nelle due lettere con cui Doglioni ha chiarito la posizione dell’Ingv all’onorevole Bonelli, una delle prime criticità che emerge riguarda la presenza nell’area di faglie attive. Una faglia attiva è una frattura che si è verificata all’interno di una sezione di roccia della crosta terrestre, in cui sono evidenti i segni del movimento tra i due blocchi da cui si è creata.

Nello specifico, come già era emerso a settembre 2024 dall’analisi dei documenti consegnati al Mase dalla stessa società Stretti di Missina, i rischi maggiori deriverebbero dalla presenza della faglia Cannitello.
Si tratta di una delle cinque faglie definite dal censimento Ispra come di “massima pericolosità”
Su questa faglia, stando alle mappe del progetto, dovrebbe essere costruito uno dei piloni sul lato calabrese. Per valutarne la potenziale attività – scrive oggi Doglioni – sarebbero state necessarie della analisi #paleosismologiche che però non sono mai state svolte dall’Ingv.

🔺Già nel 2023 Doglioni spiegava durante quell’audizione parlamentare:

“L’area dello Stretto è attraversata da molte faglie, quindi è attiva da un punto di vista sismico: si tratta di faglie in buona parte note, responsabili della sismicità registrata dall’Ingv dal 1975. Dobbiamo immaginare di costruire un attraversamento stabile in grado di resistere a una sismicità come quella che causò il terremoto del 1908”

Come il presidente Doglioni aveva spiegato, l’attività che causò quell’evento sismico potrebbe infatti verificarsi di nuovo.

🔹Il problema delle norme tecniche

Un altro punto toccato da Doglioni nelle lettere a Bonelli veniva sollevato già più di un anno fa.
Quello relativo ai coefficienti di resistenza alle accelerazioni sismiche.

Come spiega il
Dipartimento Protezione Civile
per indicare il grado rischio sismico di una zona, anche in vista della possibilità di edificare in quell’area

“a ciascuna zona, inoltre, viene attribuito un valore dell’azione sismica utile per la progettazione, espresso in termini di accelerazione massima su roccia”

Tuttavia, rispetto a questa mappa di pericolosità (aveva spiegato Doglioni nell’audizione)
“abbiamo visto che in questi ultimi venti anni le accelerazioni previste dalle norme tecniche per la costruzione edilizia sono inferiori a quelle registrate durante gli eventi sismici, soprattutto al crescere della magnitudo”

Questa discrepanza tra i valori indicati dalle norme edilizie, e quindi quelli considerati anche nel progetto per il Ponte, si riscontra anche nell’area dello Stretto:
“Date le magnitudo che possono verificarsi in quest’area potremmo avere delle accelerazioni ben maggiori di quelle previste dalle norme tecniche: le norme attuali prevedono accelerazioni intorno ai 0,55 g (forza di gravità), ma invece sappiamo che nelle aree epicentrali dello stretto di Messina questi valori possono raggiungere e superare anche la soglia di 1 g”

Per questo motivo, già allora l’Ingv chiedeva un aggiornamento delle norme tecniche in base ai valori di accelerazione sismica effettivamente riscontrati negli ultimi anni.

🔺Ponte sullo stretto, chi ha fatto l’analisi sismica❓

Il ministero dell’Ambiente cita una relazione dell’Ingv ma l’istituto rivela di non essere mai stato coinvolto nel progetto e solleva dubbi sui calcoli di resistenza ai terremoti dell’opera

Il progetto del Ponte sullo stretto di Messina torna al centro delle polemiche, questa volta per questioni legate alla sicurezza sismica del progetto.
Tutto nasce da una relazione citata nella documentazione presentata dalla commissione Via (Valutazione di impatto ambientale) del ministero dell’Ambiente, che fa riferimento a uno studio del dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza di Roma e dell’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l’ente pubblico che ha il compito di monitorare tutti i terremoti in Italia e l’attività vulcanica contenente analisi sismiche aggiornate.

Peccato che questa relazione non esista, o almeno non come documento ufficiale.
A svelare l’incongruenza è Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), che ha reso pubbliche due lettere del presidente dell’Ingv, Carlo Doglioni.
Le missive, riportate dal quotidiano Repubblica, smentiscono categoricamente ogni coinvolgimento ufficiale dell’Istituto all’interno della valutazione del progetto.
“L’Ingv non ha avuto incarico da parte dello stretto di Messina a svolgere indagini sulla presenza di faglie attive”
si legge nei documenti menzionati dal quotidiano.
Solo “due ricercatori dell’Ingv hanno svolto analisi dell’area a esclusivo titolo personale”, analisi che, prosegue il testo,
“non possono rappresentare l’opinione istituzionale dell’Ingv”

🔹Faglie attive e rischi sottovalutati

Nelle sue lettere, Doglioni non si limita a smentire il coinvolgimento del suo Istituto, ma evidenzia anche delle criticità tecniche potenzialmente fatali per il progetto del Ponte sullo stretto.

La prima riguarda i coefficienti di resistenza sismica: il ponte è infatti stato progettato per resistere a un’accelerazione di 0,58 Gal, un valore che, secondo il presidente dell’Ingv, è drammaticamente sottostimato.

“All’Aquila si sono registrate accelerazioni fino a 0,66 e ad Amatrice fino a 0,95”, scrive Doglioni, aggiungendo che
“lo stretto di Messina può essere epicentrale per eventi sismici con accelerazioni facilmente superiori a 1 ma possibili anche fino a 1,5 – 2”

Ancora più preoccupante è poi la questione della faglia di Cannitello, dove dovrebbe sorgere il pilone sul lato calabrese della costa.
Il progetto la considera inattiva, ma secondo Doglioni
“per valutarne la potenziale attività sarebbe necessario effettuare studi tramite trincee paleosismologiche che non risultano essere state realizzate recentemente”

In sostanza, mancano studi geologici aggiornati su un’area cruciale per la stabilità dell’opera.

🔹Il cortocircuito delle autorizzazioni

A complicare questo già intricato quadro, si aggiunge la gestione anomala delle autorizzazioni a livello regionale.

Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani ha dichiarato che
“la commissione tecnica regionale ha espresso parere favorevole all’unanimità” sul progetto del Ponte sullo stretto.
Ma come rivelato da Bonelli, questa affermazione non corrisponde alla realtà: “la commissione tecnica non ha mai espresso il parere nei termini previsti dalla legge: entro il 13 aprile, quando dovevano essere presentate le osservazioni, e il 13 ottobre, data entro cui si sarebbero dovute fornire le controsservazioni”

A rafforzare i dubbi sulla solidità dell’iter autorizzativo è intervenuta anche la Arpa Sicilia che ha denunciato l’impossibilità materiale di effettuare una valutazione adeguata.
L’agenzia regionale per la protezione ambientale ha sottolineato come il tempo concesso per analizzare i 1.400 elaborati tecnici del progetto fosse del tutto insufficiente per un’analisi approfondita.

🔹Le prossime mosse

Le rivelazioni contenute all’interno delle lettere di Doglioni hanno già innescato una serie di azioni.
I documenti sono stati inviati al Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) l’organismo interministeriale presieduto dalla premier Giorgia Meloni che dovrà dare il via libera definitivo al progetto.

Alcune copie sono state trasmesse anche alla commissione Via e alla commissione Grandi rischi della Protezione civile.

Nel frattempo, Bonelli ha presentato un esposto alla procura di Roma, chiedendo chiarimenti anche sulla “deroga all’inedificabilità prevista da una circolare della Protezione civile su opere su faglie sismiche”. Una mossa che potrebbe portare a ulteriori verifiche sulla regolarità dell’iter autorizzativo del progetto.


Il rendering del progetto di Parsons ed Eurolink per il ponte sullo Stretto di Messina

Ponte sullo Stretto e terremoti, chi è Carlo Doglioni: lo scienziato «guastafeste» per il progetto caro a Salvini

Il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e l’opera colossale: «Non aggiornato sui rischi»

🔹Il valore sismico della PGA, considerato nel progetto del ponte sullo stretto ha un valore che è la metà di quello che potrebbe svilupparsi a Messina.

L’allarme del maggior istituto pubblico sulla sismicità, INGV, con il suo presidente il prof. Doglioni in audizione alla Camera dei Deputati, non è stato ascoltato!

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è giusto informare con Angelo Bonelli che rende noto:

Salvini: “ in caso di terremoto resta in piedi solo il ponte !”
#Messina e Reggio Calabria rase al suolo dal terremoto, ma il ponte resta in piedi !
Ecco da chi è governata l’Italia che sperpera 14 mld€.
Prima il ponte poi gli italiani, ma in macerie !
Vergogna !
Non hanno ascoltato l’ente pubblico che si occupa di sisma, INGV, e non hanno chiesto il parere al consiglio superiore dei lavori pubblici dicendo che il parere lo aveva già espresso, ma quel parere lo aveva dato 25 anni fa
Aspetto di leggere il parere della commissione VIA
Vi invito a vedere i CV dei 12 nuovi membri nominati alcuni giorni fa che sono esponenti di partito che hanno espresso ieri il parere sulla VIA del ponte.
C’è chi è esperto in ristrutturazioni di interni di appartamenti e chi è specializzato nell’installazione di ascensori.
Ho una curiosità !
Questi 12 nuovi membri come hanno fatto in pochi giorni a leggere migliaia di pagine, planimetrie, tabelle e osservazioni sismiche e costruttive ? 
#ponte
#sapevatelo2024

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