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TARIFFA RIFIUTI, IN BASILICATA SPESA IN AUMENTO DEL 6,3%

Il Materano (360 euro) peggio del Potentino (277 euro): dal report di CittadinzAttiva emerge che al Sud si spende di più e si differenzia meno

Tariffa rifiuti, la Basilicata registra una crescita percentuale tra le più alti d’Italia. Aumenta del 6,3% rispetto al 2023 la spesa sostenuta da una famiglia in Basilicata per la tariffa dei rifiuti: in media nel 2024 è di 318 euro rispetto ai 299 euro dello scorso anno. Spiccano le differenze fra i singoli capoluoghi: 360 euro a Matera, 277 a Potenza. A livello nazionale la spesa si attesta sui 329 euro, con un aumento del 2,6% rispetto all’anno precedente. Sono i dati che emergono dal Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di CittadinanzAttiva. L’indagine ha interessato le tariffe rifiuti applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2024, e ha preso come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. I costi rilevati sono comprensivi di Iva (ove applicata) e di addizionali provinciali. Per quanto riguarda la Basilicata, rilevate differenze significative fra i singoli capoluoghi: 360 euro a Matera (più 6,2%), 277 a Potenza (più 6,5%). Nel 2024 la spesa media annuale per la famiglia tipo individuata è di 329 euro con un aumento del 2,6% circa rispetto all’anno precedente. Sono state riscontrate variazioni in aumento in 84 capoluoghi sui 110 esaminati; varia- zioni in diminuzione in 20 capoluoghi e situazioni sostanzialmente invariate nei casi restanti. La regione in cui si rileva la spesa media più bassa è il Trentino Alto Adige (203 euro), nei cui capoluoghi di provincia è applicata la tariffa puntuale. Al contrario, la regione con la spesa più elevata è la Puglia (426,50 euro) con un aumento di oltre il 4% rispetto all’anno precedente. Quindi a livello regionale, spiccano in positivo, oltre al Trentino Alto Adige che si caratterizza per la spesa più bassa e un’elevata percentuale di raccolta differenziata, anche Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Marche dove ad una Tari molto al di sotto della media nazionale, si associano i più elevati livelli di raccolta differenziata. Al Sud, invece, dove si spende di più e si differenzia di meno, non esiste una regione virtuosa su entrambi i fronti. Non casualmente, di conseguenza, dei 10 capoluoghi che si posizionano come più costosi ben 7 appartengono a regioni meridionali. Catania è il capoluogo di provincia in cui, come lo scorso anno, si paga di più: 594 euro annui, senza variazioni sul 2023; Trento invece è quello in cui si paga meno: 183 euro, di poco inferiore rispetto al 2023. Dalla top ten dei capoluoghi più costosi escono Benevento, Latina, Messina e Salerno; entrano invece Andria, Cagliari, Pistoia e Trapani. Dalla top ten dei meno cari, esce Bolzano ed entra Siena. Rispetto alla raccolta differenziata, nel 2022, seppur con dieci anni di ritardo rispetto a quanto previsto dalla normativa europea, si è superato l’obiettivo del 65% di rifiuti differenziati a livello nazionale. Basilicata prossima all’obiettivo: è del 63,7% il livello di raccolta differenziata, con notevoli disparità fra i singoli capoluoghi, dal 72,8% a Matera al 60,7% a Potenza.

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