CARCERE DI TRAPANI 46 INDAGATI “VIOLENZA NON EPISODICA MA METODO PER GARANTIRE L’ORDINE” 11 ARRESTI 14 SOSPENSIONI
Venticinque poliziotti penitenziari, accusati a vario titolo e in concorso di tortura, abuso d’autorità contro detenuti del carcere Pietro Cerulli di Trapani, e falso ideologico, sono stati raggiunti da misure cautelari e interdittive: 11 arresti domiciliari e 14 sospensioni dal pubblico ufficio. Emessi decreti di perquisizioni, per un totale di 46 indagati. Le indagini sono partite nel 2021. L’ordinanza del Gip di Trapani, su richiesta della Procura, Ë stata eseguita dal nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria di Palermo, con l’ausilio di alcuni reparti territoriali coordinati dal nucleo investigativo centrale
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20 Novembre 2024 – News
Carcere Trapani, violenze e abusi: 11 agenti arrestati e 14 sospesi
Venticinque poliziotti penitenziari, accusati a vario titolo e in concorso di tortura, abuso d’autorità contro detenuti del carcere Pietro Cerulli di Trapani, e falso ideologico, sono stati raggiunti da misure cautelari e interdittive:
11 arresti domiciliari e 14 sospensioni dal pubblico ufficio
🔺Gli agenti arrestati
Gli arrestati, ai domiciliari, sono
1️⃣ Filippo Guaiana (Trapani), 40 anni,
2️⃣ Antonio Mazzara (Trapani), 55 anni,
3️⃣ Filippo Bucaria (Paceco), 54 anni,
4️⃣ Claudio Angileri (Trapani), 51 anni,
5️⃣ Claudio Di Dia (Trapani), 56 anni,
6️⃣ Andrea Motugno (Napoli), 46 anni,
7️⃣ Francesco Pantaleo (Marsala), 37 anni,
8️⃣ Salvatore Todaro (Erice), 44 anni,
9️⃣ Stefano Candito (Erice), 55 anni,
🔟 Roberto Passalacqua (Erice), 48 anni,
1️⃣1️⃣ Antonino Fazio (Erice), 29 anni.
🔺Sospensione dal servizio
Il giudice per le indagini preliminari ha deciso la misura interdittiva della sospensione dal servizio per
1️⃣ Massimo Anzelmo,
2️⃣ Paola Patrizia Basiricò,
3️⃣ Salvatore Curatolo,
4️⃣ Angelo Drago,
5️⃣ Antonino Ficara,
6️⃣ Alessandro Iabichella,
7️⃣ Francesco Marrone,
8️⃣ Giuseppe Martines,
9️⃣ Guglielmo Montalto,
🔟 Andrea Pisciotta,
1️⃣1️⃣ Giuseppe Francesco Prestifilippo,
1️⃣2️⃣ Nicolò Rondello,
1️⃣3️⃣ Salvatore Schifano,
1️⃣4️⃣ Pasquale Tartamella,
L’operazione è stata eseguita dagli agenti del Nucleo regionale della polizia penitenziaria di Palermo
Violenze, abusi e torture nel carcere di Trapani
Sono 25 i poliziotti penitenziari accusati a vario titolo di tortura e abuso d’autorità ai danni di detenuti del carcere trapanese “Pietro Cerulli”: per 11 sono scattati gli arresti domiciliari; per altri 14, sospensioni dal servizio.
Effettuate numerose perquisizioni.
Sono in totale 46 gli indagati
Contestato anche il falso ideologico. A eseguire il provvedimento del gip di Trapani, su richiesta della procura, il Nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria di Palermo, con i reparti territoriali.
L’attività investigativa è partita a seguito delle denunce di alcuni reclusi, nel 2021, in merito a maltrattamenti.
Violenze che sarebbero avvenute in luoghi senza telecamere.
Grazie alla videosorveglianza poi installata sono state immortalate le violenze degli agenti penitenziari.
Procura di Trapani: “Detenuti torturati anche con lancio di urine”
Come ha riferito il procuratore di Trapani Gabriele Paci nel corso della conferenza stampa sull’inchiesta nel carcere
“nel reparto blu, oggi chiuso per carenze igienico sanitarie, venivano portati i detenuti in isolamento, con problemi psichiatrici o psicologici, e che subivano violenze e torture”
Alcuni agenti “agivano con violenza non episodica ma con una sorta di metodo per garantire l’ordine”
Il gip Giancarlo Caruso ha qualificato la violenza come tortura, in alcuni casi
ha sottolineato Gabriele Paci :
“A volte i detenuti venivano fatti spogliare, investiti da lanci d’acqua mista a urina e praticata violenza quasi di gruppo, gratuita e inconcepibile”
Le indagini
Circa venti i casi scoperti nel carcere di Trapani. Nel reparto dove avvenivano le violenze “fino a quel momento non vi erano telecamere”, ha specificato il procuratore Paci, secondo cui
“in questa sorta di girone dantesco sembra leggere parti dei Miserabili di Victor Hugo”
L’indagine si sviluppa dal 2021 al 2023 sulla base delle dichiarazioni dei detenuti, approfondite e verificate.
Il nucleo investigativo di Palermo ha poi installato le telecamere che documentano le violenze
Il procuratore ha parlato dello stato di degrado e dello stress generale all’interno del carcere anche per gli agenti di polizia penitenziaria, “ma questo non legittima assolutamente le violenze”, ha sottolineato.
“Abbiamo eseguito ieri sera undici misure cautelari e quattordici misure interdittive di sospensione dall’esercizio della funzione nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria del carcere Cerulli di Trapani. Il gip non ha accolto tutte le richieste, gli indagati sono 46”, ha concluso.
Gennarino De Fazio: “Chi ha responsabilità intervenga o si faccia da parte”
Lo dice Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria
“Apprendiamo con sgomento di un’indagine nei confronti di numerosi appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria in servizio presso la Casa circondariale di Trapani. Nutriamo incondizionata fiducia negli inquirenti e nella magistratura e auspichiamo che si faccia al più presto piena luce sull’accaduto. Valga per tutti, però, la presunzione d’innocenza, nella speranza che gli indagati possano dimostrare la correttezza del loro operato”
“Sono ormai decine le indagini, pressoché in tutta Italia, a carico di appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria – aggiunge – e centinaia gli agenti indagati, sospesi dal servizio e talvolta condannati. Ovviamente, chi sbaglia deve essere individuato e perseguito, ma se a farlo, anche solo in via presuntiva, sono centinaia, diventa evidente la patogenicità del sistema che non solo non protegge, ma evidentemente favorisce e addirittura induce all’errore. Non si può parlare di mele marce, ma è la cesta marcia che fa imputridire ciò che contiene”
“La crisi penitenziaria – conclude – perdura da troppo tempo ed è ormai giunta al limite del baratro più totale. Non solo il sovraffollamento detentivo, sono oltre 15mila i detenuti oltre la capienza, le carenze organiche, alla Polizia penitenziaria mancano più di 18mila unità, ma anche le deficienze organizzative e negli equipaggiamenti, così come la sostanziale assenza di un vertice. Ci chiediamo se ci sia concretamente e, in tal caso, di cosa si occupi il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, il quale incidentalmente sarebbe anche il capo del Corpo di polizia penitenziaria (sic!). Urgono misure tangibili, la Polizia penitenziaria è stremata nelle forze, mortificata nell’orgoglio e persino impaurita nello svolgere il proprio lavoro. Dall’inizio dell’anno sono oltre 3mila le aggressioni che ha subito. Chi detiene le responsabilità politiche e amministrative intervenga tangibilmente, altrimenti si faccia da parte. In qualche caso, siamo certi, operatori e detenuti neppure se ne accorgeranno”
🔹Torture nel carcere di Trapani: 11 agenti penitenziari arrestati e 14 sospesi
La procura di Trapani: Detenuti investiti da lanci d’acqua mista a urina
‘Violenza non episodica ma metodo per garantire l’ordine’
CARCERE DI TRAPANI 46 INDAGATI “VIOLENZA NON EPISODICA MA METODO PER GARANTIRE L’ORDINE” 11 ARRESTI 14 SOSPENSIONI
Venticinque poliziotti penitenziari, accusati a vario titolo e in concorso di tortura, abuso d’autorità contro detenuti del carcere Pietro Cerulli di Trapani, e falso ideologico, sono stati raggiunti da misure cautelari e interdittive: 11 arresti domiciliari e 14 sospensioni dal pubblico ufficio
Emessi decreti di perquisizioni, per un totale di 46 indagati
Le indagini sono partite nel 2021
“Nel reparto blu, oggi è chiuso per carenze igienico sanitarie, venivano portati i detenuti in isolamento, con problemi psichiatrici o psicologici, e che subivano violenze e torture. Alcuni agenti agivano con violenza non episodica ma con una sorta di metodo per garantire l’ordine”
L’ha detto il procuratore di Trapani Gabriele Paci in conferenza stampa sull’inchiesta nel carcere
Il gip Giancarlo Caruso ha qualificato la violenza come tortura, in alcuni casi. “A volte i detenuti venivano fatti spogliare, investiti da lanci d’acqua mista a urina e praticata violenza quasi di gruppo, gratuita e inconcepibile”, ha sottolineato Paci
Circa venti i casi scoperti nel carcere di Trapani. Nel reparto dove avvenivano le violenze “fino a quel momento non vi erano telecamere – ha spiegato il procuratore Paci -. In questa sorta di girone dantesco sembra leggere parti dei Miserabili di Victor Hugo”. L’indagine si sviluppa dal 2021 dal 2023 sulla base delle dichiarazioni dei detenuti, approfondite e verificate. Il nucleo investigativo di Palermo ha seguito le indagini e installato le telecamere dalle quali emergono le violenze.
Il procuratore ha parlato dello stato di degrado e dello stress generale che si viveva nel carcere anche per gli agenti di polizia penitenziaria, “ma questo non legittima assolutamente le violenze”, ha sottolineato. “Abbiamo eseguito ieri sera undici misure cautelari e quattordici misure interdittive di sospensione dall’esercizio della funzione nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria del carcere Cerulli di Trapani. Il gip non ha accolto tutte le richieste, gli indagati sono 46“, ha concluso.
Associazione Antigone:
“Fare piena chiarezza”
Patrizio Gonnella commenta gli arresti degli agenti penitenziari a Trapani
“Il reato di tortura ha rotto il muro di omertà”
Così il presidente dell’associazione Antigone,
“Quanto emerso in queste ore relativamente a quello che è accaduto nel carcere di Trapani, dove 46 persone sono indagate per vari reati, tra cui quello di tortura, segnala ancora una volta quanto questo reato sia fondamentale, per diverse ragioni – dice Gonnella – Da una parte per perseguire i responsabili di questo crimine. Dall’altra, nel far sentire il , tendono a denunciare questi episodi. Per ultimo, anche per rompere il muro di omertà che troppo spesso in casi simili si creava in passato”
“Come già accaduto in altri casi – aggiunge – l’indagine, scattata dopo alcune denunce effettuate dalle persone detenute, è stata condotta dal nucleo investigativo della Polizia penitenziaria, nel caso specifico quello regionale di Palermo, coordinato dal nucleo investigativo centrale”
“Ora ci auguriamo che si faccia piena chiarezza su quanto accaduto, riconoscendo in sede di indagini e processuale le eventuali responsabilità. Non possiamo però che esprimere soddisfazione nel sapere che all’interno dell’Amministrazione penitenziaria ci siano professionalità in grado di far respirare le persone detenute, riconoscendo i loro inalienabili diritti” conclude Gonnella.
🔺Trapani, “sei un cane”. Detenuti “torturati”: gli agenti arrestati
Il “reparto blu” del carcere Pietro Cerulli di Trapani sarebbe stato trasformato in un girone infernale
È qui che i detenuti avrebbero subito delle torture dagli agenti della polizia penitenziaria arrestati nel blitz coordinato dalla Procura della Repubblica
Il “reparto blu” del carcere Pietro Cerulli di Trapani sarebbe stato trasformato in un girone infernale
È qui che i detenuti avrebbero subito delle torture dagli agenti della polizia penitenziaria arrestati nel blitz coordinato dalla Procura della Repubblica.
Se le accuse saranno confermate l’inchiesta è una discesa negli inferi della disumanità carceraria
Sono quattordici i casi di violenza ricostruiti. C’è il detenuto che tentò di evadere e per punizione sarebbe stato denudato e preso a calci e pugni.
Su un altro ospite del penitenziario, dopo averlo preso a calci negli stinchi, infierirono sputandogli addosso.
“Tortura in carcere”
Il trattamento “crudele” non prevedeva differenze fra detenuti italiani e stranieri
Un uomo, denigrato per le dimensioni dei suoi organi genitali, sarebbe stato costretto ad attraversare il corridoio nudo
La risposta ad un altro che chiedeva la somministrazione della terapia fu una secchiata di urina addosso.
A volte ai detenuti venivano fatte fumare sigarette con l’aggiunte di sostanze non identificate
“Arriva a morire”, sottolineava un agente. Meglio cambiare sostanza: “Dagli questo che lo conosco… se è allergico… come ce la fai la sigaretta?”
Oppure venivano legati con il lenzuolo.
A qualcuno sarebbe andata peggio. Gli investigatori parlano di manganellate ai fianchi. Violenza fisica e verbale
“Sei un cane”, “Spogliati cosa inutile”, urlavano
🔹Associazione Antigone: ‘Fare piena chiarezza’
“Il reato di tortura ha rotto il muro di omertà”
Così il presidente dell’associazione Antigone, Patrizio Gonnella commenta gli arresti degli agenti penitenziari a Trapani
“Quanto emerso in queste ore relativamente a quello che è accaduto nel carcere di Trapani, dove 46 persone sono indagate per vari reati, tra cui quello di tortura, segnala ancora una volta quanto questo reato sia fondamentale, per diverse ragioni – dice Gonnella – Da una parte per perseguire i responsabili di questo crimine. Dall’altra, nel far sentire il supporto dello Stato alle persone che subiscono torture o violenze in carcere che oggi, molto più di prima, tendono a denunciare questi episodi. Per ultimo, anche per rompere il muro di omertà che troppo spesso in casi simili si creava in passato”
“Come già accaduto in altri casi – aggiunge – l’indagine, scattata dopo alcune denunce effettuate dalle persone detenute, è stata condotta dal nucleo investigativo della Polizia penitenziaria, nel caso specifico quello regionale di Palermo, coordinato dal nucleo investigativo centrale”
“Ora ci auguriamo che si faccia piena chiarezza su quanto accaduto, riconoscendo in sede di indagini e processuale le eventuali responsabilità. Non possiamo però che esprimere soddisfazione nel sapere che all’interno dell’Amministrazione penitenziaria ci siano professionalità in grado di far respirare le persone detenute, riconoscendo i loro inalienabili diritti” conclude Gonnella