IN COMMISSIONE EUROPEA HANNO TUTTI VINTO O QUALCUNO HA PERSO? DOPO RIBERA HANNO DOVUTO NOMINARE ANCHE FITTO
FUMATA BIANCA PER URSULA BIS
Al termine di una settimana parecchio burrascosa, Ppe, S&D e Renew hanno trovato la quadra sulla futura squadra di governo in Europa, nonostante i veti incrociati. Oltre a Ribera e Fitto ci saranno altri quattro vicepresidenti: l’estone Kaja Kallas, il francese Stéphane Séjourné, la finlandese Henna Virkkunen e la romena Roxana Mînzatu
È GIUSTO INFORMARE
IN COMMISSIONE EUROPEA HANNO TUTTI VINTO O QUALCUNO HA PERSO? DOPO RIBERA HANNO DOVUTO NOMINARE ANCHE FITTO
#ègiustoinformare con Ursula von der Leyen
Al termine di una settimana parecchio burrascosa, Ppe, S&D e Renew hanno trovato la quadra sulla futura squadra di governo in Europa, nonostante i veti incrociati
RIPERCORRIAMO COSA È SUCCESSO NEGLI ULTIMI GIORNI PER RIUSCIRE A CAPIRE COME SI È ARRIVATI AD ACCORDO
Mercoledì 27 Novembre 2024 il voto finale del Parlamento a Strasburgo
Ue, salta ancora il via libera alla nuova squadra di von der Leyen.
In stallo le conferme di Fitto e Ribera
I gruppi della «maggioranza Ursula» avevano fatto sapere di aver trovato un’intesa sul nuovo esecutivo. Ma al momento del voto è sfumato tutto di nuovo
Sembrava fatta, e invece è naufragato tutto un’altra volta.
Nel pomeriggio di oggi (mercoledì 20 novembre) Popolari, Socialisti e Liberali avevano fatto sapere di aver raggiunto un accordo per sbloccare lo stallo sulle nomine della prossima Commissione europea.
Una bozza del «patto di coalizione» è pure filtrata alle agenzie di stampa, mentre il voto per confermare i sei vicepresidenti esecutivi è stato convocato in fretta e furia.
Ed è proprio al momento della votazione che si è consumato il nuovo, ennesimo scontro politico.
A causare lo stallo sono ancora una volta l’italiano Raffaele Fitto e la spagnola Teresa Ribera, mentre gli altri vicepresidenti – a partire dalla liberale Kaja Kallas – hanno ricevuto il via libera delle rispettive commissioni.
🔹Il nuovo stallo su Fitto e Ribera
Mentre i coordinatori della Commissione Ambiente votavano la conferma della vicepremier uscente spagnola, i Popolari hanno sfoderato una mossa che ha colto di sorpresa i Socialisti.
Nella lettera che accompagna la nomina a commissaria europea, il Ppe ha chiesto di prevedere l’obbligo per Ribera di dimettersi qualora venisse coinvolta nelle inchieste giudiziarie sulle alluvioni di Valencia. Una clausola inaccettabile per i Socialisti, che in tutta risposta hanno fatto sospendere anche la conferma dell’italiano Fitto.
🔹L’impegno (sfumato) per un «approccio costruttivo»
E pensare che poche ore prima del voto era iniziata a circolare una bozza del «patto di coalizione» su cui Popolari, Socialisti e Liberali – le tre anime della cosiddetta «maggioranza Ursula» – avevano raggiunto un’intesa.
Il documento include l’impegno da parte dei tre gruppi politici a «collaborare con un approccio costruttivo» per realizzare le riforme delineate da Ursula von der Leyen nel suo discorso programmatico dello scorso luglio. La promessa di mantenere «un approccio costruttivo» è subito stata tradita, con Popolari e Socialisti che questa sera hanno sfoderato ancora una volta l’arma dei veti incrociati per bloccare la nomina dei commissari-designati.
🔹I nove punti programmatici dell’accordo
Il documento sottoscritto dai tre gruppi politici contiene novi punti programmatici considerati prioritari.
Il primo: «Unire l’Europa» e «governare l’Ue sulla base di valori comuni»
Il secondo: sviluppare «un’agenda audace per una crescita sostenibile, per la competitività, e per la transizione digitale»
Il terzo punto fa riferimento a una «reale politica migratoria» europea,
il quarto chiede di spingere perché si arrivi a una gestione comune della sicurezza e della difesa.
Il quinto punto fa perno sull’implementazione di un’economia sociale di mercato, mentre
il sesto chiede di «difendere la democrazia e rafforzare lo Stato di diritto»
Gli ultimi punti riguardano gli investimenti «per il futuro» e la necessità di attuare riforme istituzionali che «aumentino la capacità di azione» dell’Ue.
🔹Da dove nasce lo scontro su Fitto e Ribera
Lo scontro interno alla maggioranza su Fitto e Ribera è emerso soltanto nell’ultima settimana.
I Socialisti hanno minacciato di bloccare la nomina del commissario-designato italiano.
Il motivo?
Fitto appartiene ai Conservatori di Ecr, un gruppo che non ha votato la fiducia a von der Leyen, ma gli è stata comunque affidata la nomina di vicepresidente esecutivo. I Popolari, in tutta risposta, hanno risposto minacciando di ostacolare la conferma di Ribera, che nella nuova Commissione avrebbe un portafoglio pesantissimo: Green Deal e competitività. Dopo giorni di accuse reciproche, i tre gruppi della maggioranza Ursula sembravano aver finalmente trovato un accordo per permettere alla nuova Commissione europea di debuttare il 1° dicembre, come da programma. Il nuovo stallo che si è verificato oggi a Bruxelles rischia invece di aprire una nuova crisi politica.
🟠 Il sereno (politico), nel palazzo dell’Europarlamento, si era materializzato nel tardo pomeriggio mentre fuori cominciavano a cadere i primi fiocchi di neve della stagione. Ed è stato…
Raffaele Fitto vicepresidente della Commissione Ue, Meloni: vittoria di tutti gli italiani
Commissione europea, via libera a Raffaele Fitto e Teresa Ribera: nella notte arrivano le nomine (dopo lo scontro al Parlamento)
Quando l’accordo sembrava dietro l’angolo, il Ppe ha posto l’ennesima condizione sulla vice spagnola. Le tensioni e il via libero definitivo nella nottata ai sei vicepresidenti
🔺C’è un accordo sulla prossima Commissione Europea
Dopo che negli scorsi giorni i veti incrociati sui candidati commissari di Italia e Spagna ne avevano bloccato l’approvazione
I gruppi che compongono la maggioranza del Parlamento Europeo si sono accordati per approvare la prossima Commissione Europea: le audizioni dei singoli commissari si erano tenute dal 4 al 12 novembre, ma per giorni i veti incrociati dei Socialisti e Democratici (S&D) e del Partito Popolare Europeo (PPE) avevano bloccato il procedimento. I primi si opponevano alla nomina a vicepresidente del candidato commissario dell’Italia, Raffaele Fitto di Fratelli d’Italia. Il Partito Popolare Europeo, di centrodestra, era invece contrario alla nomina come vicepresidente della candidata della Spagna, Teresa Ribera, del Partito Socialista spagnolo.
Mercoledì sera, dopo una lunga ultima riunione, l’accordo è stato raggiunto: già negli scorsi giorni il Partito Socialista spagnolo aveva detto che avrebbe accettato la nomina di Fitto, se i Popolari spagnoli avessero accettato quella di Ribera, e mercoledì il Partito Popolare Europeo aveva detto lo stesso.
L’accordo verrà ufficializzato con un voto del Parlamento Europeo, programmato per il 27 novembre: un suo esito positivo è a questo punto scontato.
Questo dovrebbe permettere alla Commissione di insediarsi il 1° dicembre, in linea con il calendario previsto dopo le elezioni europee dello scorso giugno.
La Commissione ha 6 vicepresidenti, tendenzialmente espressione dei gruppi che formano la maggioranza nel Parlamento Europeo, ossia Socialisti, Popolari e i Liberali del gruppo Renew Europe.
In quanto membro di Fratelli d’Italia però Fitto fa parte del gruppo di destra radicale dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR), che non appartiene alla maggioranza che sostiene la Commissione guidata da Ursula von der Leyen.
La nomina di Fitto a vicepresidente era stata vista come un modo per von der Leyen di rafforzare il suo rapporto di collaborazione con la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, ma i Socialisti la consideravano problematica in quanto dava la possibilità a ECR di presentarsi come movimento moderato e affidabile, cosa che cerca di fare da qualche anno.
Il PPE invece si opponeva alla nomina di Ribera principalmente a causa del Partito Popolare spagnolo, che nelle scorse settimane l’aveva criticata moltissimo per le sue presunte mancanze sulla gestione delle recenti alluvioni a Valencia: da giorni in Spagna il governo centrale di sinistra guidato da Pedro Sanchez, in cui Ribera ha il ruolo di vice-prima ministra con la delega alla Transizione ecologica, e il Partito Popolare spagnolo, che governa nella Comunità Autonoma di Valencia, si accusano a vicenda di non avere fatto abbastanza per prevenire l’alluvione.
Oltre a Ribera e Fitto ci saranno altri quattro vicepresidenti: l’estone Kaja Kallas, il francese Stéphane Séjourné, la finlandese Henna Virkkunen e la romena Roxana Mînzatu.
🔺In tarda serata si è sciolta l’impasse che si era creata tra Popolari e Socialisti
Il Ppe aveva chiesto di costringere Ribera alle dimissioni in caso di accuse formali della giustizia iberica sulla gestione delle alluvioni a Valencia. La sua nomina è stata poi sbloccata, insieme a quella di Fitto.
La presidente del Consiglio:
“Abbiamo ottenuto un portafoglio di peso e il coordinamento di deleghe strategiche per la nostra Nazione e per l’Europa, conferma di una ritrovata centralità dell’Italia in ambito europeo”
Dopo ore di stallo, il via libera è arrivato.
I coordinatori delle commissione Affari regionali dell’Eurocamera, con il quorum dei due terzi, hanno dato il via libera alla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione con delega alla Coesione. Allo stesso tempo le commissioni Affari Economici, Industria e Ambiente hanno dato l’ok definitivo alla nomina di Teresa Ribera.
Adesso si passerà al voto finale mercoledì 27 novembre, in seno alla plenaria della Commissione europea.
🔹Le reazioni di Meloni e Tajani
“Raffaele Fitto è stato confermato nel ruolo di Vicepresidente esecutivo della Commissione europea – ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – Quest’importante incarico attribuito al Commissario designato dall’Italia è una vittoria di tutti gli italiani, non del Governo o di una forza politica. Abbiamo ottenuto un portafoglio di peso e il coordinamento di deleghe strategiche per la nostra Nazione e per l’Europa intera, come l’agricoltura, la pesca, l’economia del mare, i trasporti e il turismo. Questa indicazione è la conferma di una ritrovata centralità dell’Italia in ambito europeo, all’altezza del nostro ruolo come Stato fondatore della UE, seconda manifattura d’Europa e terza economia del Continente”, ha chiuso Meloni.
Le fa eco il vicepremier Antonio Tajani:
“Bene il via libera dell’Europarlamento alla Commissione von der Leyen. Premiato l’impegno italiano e del Ppe per evitare ritardi e garantire stabilità. Buon lavoro al vice presidente esecutivo Raffaele Fitto che saprà valorizzare al meglio il contributo dell’Italia nella governance europea”
“Siamo molto soddisfatti per il voto a favore di Raffale Fitto, espressione del gruppo che ho l’onore di guidare. La sua nomina a vicepresidente con la delega alla coesione, è un risultato storico per il nostro Paese, anche considerando il portafoglio così ricco”
Lo ha detto Carlo Fidanza, capo delegazione FdI al Parlamento europeo.
“Avremo tempo per parlarne ma spero domani una presa di distanza da parte del Pd da parte del comportamento del gruppo socialista. Con questo comportamento stanno smentendo lo spirito degli appelli di Mattarella”
🔹Lo scontro su Ribera e Fitto
Nelle ore precedenti si era consumato uno scontro proprio su Ribera: il Ppe aveva chiesto di porre come clausola le dimissioni della ministra spagnola della Transizione ecologica (uscente) nel caso di un suo coinvolgimento in un’inchiesta giudiziaria per le alluvioni di Valencia.
I socialisti avevano rilanciato, dicendosi pronti a mettere per iscritto la loro contrarietà alla vicepresidenza di Fitto nella lettera di missione che ne accompagnerà la nomina.ù
Gli eurodeputati di FdI voteranno a favore della Commissione Ue mercoledì, alla prossima sessione plenaria a Strasburgo, mentre il gruppo Ecr avrà libertà di voto. Lo ha detto Nicola Procaccini, copresidente di Ecr. “A Strasburgo si voterà per il collegio e non sulla piattaforma politica”, ha spiegato.
🔹Via libera anche alla nomina di Henna Virkkunen
Le commissioni parlamentari competenti hanno dato il via libera anche alla nomina a vice presidente della Commissione di Henna Virkkunen.
La candidata popolare era rimasta, come Teresa Ribera e Raffaele Fitto, ostaggio degli ultimi scontri tra Popolari e Socialisti sulla finalizzazione dell’accordo che ha portato solo ora alla nomina di tutti i sei vicepresidenti esecutivi.
Weber: Italia avrà posizione di leadership in Commissione
Positivo il capo dei popolari europei, Manfred Weber:
“Abbiamo trovato un approccio bilanciato. La cosa più importante è avere una Commissione in carica il primo di dicembre e avere stabilità in Europa. Socialisti, popolari e liberali avranno la possibilità di avere una forte influenza nella prossima Commissione e anche l’Italia deve essere parte della leadership della prossima Commissione”, aveva detto in giornata (prima dei via libera alle nomine)
🔹S&D-Renew: “Fitto sia indipendente dal governo italiano”
La nomina di Fitto non è piaciuta a tutti
“I gruppi S&D e Renew non approvano la scelta di Ursula von der Leyen di affidare a Raffaele Fitto la posizione di Vicepresidente esecutivo. I gruppi si aspettano che sia pienamente indipendente dal suo governo nazionale e che si impegni pienamente ad applicare il meccanismo di condizionalità dello Stato di diritto e a lavorare sul rafforzamento dello Stato di diritto nell’Unione”
Sarebbe questo, l’addendum che Socialisti e Liberali hanno allegato alla lettera che accompagna la nomina di Fitto.
La lettera non ha vincolato, in ogni caso, la nomina del candidato italiano.
🔹Patto Ppe-S&D-Renew: “Approccio costruttivo per sfide Ue” 🇪🇺
Nel documento di coalizione, firmato da Ppe, Socialisti e Renew, ci sono nove punti programmatici prioritari.
“Riconosciamo le sfide poste dalla situazione geopolitica, dal divario di competitività dell’Europa, dalle questioni di sicurezza, dalla migrazione, dalla crisi climatica e dalle disuguaglianze socioeconomiche”
si legge: “Ribadiamo pertanto il nostro impegno a collaborare con un approccio costruttivo per portare avanti un’agenda di riforme basata sugli Orientamenti politici del 18 luglio 2024 del Presidente della Commissione europea, nell’interesse dei cittadini europei”
🔹Ursula Bis
L’accordo su Fitto e Ribera come vicepresidenti della Commissione europea
Dopo giorni di veti incrociati sui candidati commissari di Italia e Spagna, si è trovata l’intesa tra Ppe, S&D e Renew, che verrà formalizzata alla plenaria del Parlamento europeo del 27 novembre
Alla fine l’accordo è arrivato in tarda serata. Dopo giorni di veti incrociati, popolari e socialisti si sono accordati per approvare la prossima Commissione europea.
La commissione Affari regionali del Parlamento europeo ha dato il via libera alla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione con delega alla coesione, mentre le commissioni Affari Economici, Industria e Ambiente hanno dato l’ok alla socialista Teresa Ribera come vicepresidente con deleghe alla concorrenza e al clima. Il via libera è arrivato anche per gli altri vicepresidenti esecutivi, Kaja Kallas, Roxana Mînzatu, Stéphane Séjourné, così come per il commissario ungherese con delega alla Salute e al Benessere animale, Olivér Várhelyi, seppure con le deleghe ridotte.
Le audizioni dei commissari si erano tenute dal 4 al 12 novembre, ma per giorni i veti incrociati dei Socialisti e Democratici (S&D) e del Partito Popolare Europeo (Ppe) avevano bloccato il procedimento.
I socialisti si opponevano alla nomina a vicepresidente del candidato commissario dell’Italia, Raffaele Fitto di Fratelli d’Italia.
I popolari erano invece contrari alla nomina come vicepresidente della candidata della Spagna, Teresa Ribera, del Partito Socialista spagnolo
La nomina di Fitto a vicepresidente era stata vista come un modo per la presidente Ursula von der Leyen di rafforzare il rapporto di collaborazione con la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, ma i Socialisti la consideravano come un’occasione per Ecr di presentarsi come movimento moderato e affidabile e non di estrema destra. Lo stallo su Ribera si è creato invece per la pretesa del Ppe di inserire nella lettera di valutazione della fedelissima di Pedro Sánchez l’impegno a dimettersi nel caso in cui «vengano mosse accuse o procedimenti legali nei suoi confronti, in relazione ai tragici eventi della Dana» a Valencia.
Una richiesta che non è stata inizialmente accettata dai socialisti, provocando a cascata lo stallo anche sul giudizio su Fitto e su Virkkunen, che appartiene ai popolari.
Alla fine la richiesta del Ppe è passata come dichiarazione di minoranza allegata alla lettera di Ribera, ma i socialisti hanno a loro volta rilanciato e ottenuto di allegare alla lettera di Fitto che «i gruppi S&D e Renew non approvano la scelta di von der Leyen di affidare a Fitto la posizione di vicepresidente esecutivo.
I gruppi si aspettano che egli sia pienamente indipendente dal suo governo nazionale, come richiesto dai Trattati, e che si impegni pienamente ad applicare il meccanismo di condizionalità dello Stato di diritto e a lavorare sul rafforzamento dello Stato di diritto nell’Ue»
Per Fitto hanno votato a favore Ppe, S&D, Renew, Ecr, Patrioti e Sovranisti. Verdi e Sinistra, di cui fa parte il Movimento Cinque Stelle, ha votato invece contro.
L’accordo verrà ufficializzato con un voto del Parlamento Europeo, programmato per il 27 novembre. Questo dovrebbe permettere alla Commissione di insediarsi a inizio dicembre, in linea con il calendario previsto dopo le elezioni europee di giugno.
🔹Commissione Ue, trovato l’accordo su Ribera e Fitto come vicepresidenti
Il Ppe ha chiesto di aggiungere nella lettera che accompagna la nomina di Ribera che la ministra uscente spagnola dovrà dimettersi in caso sia coinvolta in un’inchiesta giudiziaria per le alluvioni di Valencia.
In un allegato S&D e Renew non approvano la scelta della vicepresidenza esecutiva a Fitto
L’ultimo braccio di ferro tra popolari e socialisti sulla vicepresidente esecutiva Teresa Ribera con ricadute su Raffaele Fitto ed Henna Virkkunen è finito con il via libera dei tre a tarda sera, mentre gli altri vicepresidenti esecutivi — Kaja Kallas, Roxana Mînzatu, Stéphane Séjourné — erano stati «promossi» almeno un paio d’ore prima così come il commissario ungherese con delega alla Salute e al Benessere animale, Olivér Várhelyi, seppure con le deleghe ridotte.
Hanno votato per Fitto Ppe, S&D, Renew, Ecr, Patrioti e Sovranisti.
Verdi e Sinistra, di cui fa parte il M5S, contro.
Hanno votato a favore di Ribera il Ppe, S&D, Renew, Verdi e Sinistra.
Soddisfatta la premier Meloni per la quale la vicepresidenza a Fitto «è la conferma di una ritrovata centralità dell’Italia in ambito europeo»
Lo stallo su Ribera si è creato per la pretesa del Ppe (sostenuto dalla Lega e dai Patrioti, che però hanno votato contro la vicepresidente esecutiva) di inserire nella lettera di valutazione della fedelissima di Pedro Sánchez l’impegno a dimettersi nel caso in cui
«vengano mosse accuse o procedimenti legali nei suoi confronti, in relazione ai tragici eventi della Dana»
Una richiesta che non è stata inizialmente accettata dai socialisti e ha portato alla sospensione della riunione con il coinvolgimento anche del servizio legale e a cascata ha provocato lo stallo anche sul giudizio su Fitto e su Virkkunen, che appartiene ai popolari.
Alla fine la richiesta del Ppe è passata come dichiarazione di minoranza allegata alla lettera di Ribera ma i socialisti hanno a loro volta rilanciato e ottenuto di intervenire sulla lettera di valutazione di Fitto, facendo aggiungere come allegato che «i gruppi S&D e Renew non approvano la scelta di Ursula von der Leyen di affidare a Raffaele Fitto la posizione di vicepresidente esecutivo. I gruppi si aspettano che egli sia pienamente indipendente dal suo governo nazionale, come richiesto dai Trattati, e che si impegni pienamente ad applicare il meccanismo di condizionalità dello Stato di diritto e a lavorare sul rafforzamento dello Stato di diritto nell’Unione»
La precisazione non ha valore legale vincolate.
Oltre all’allegato di S&D e Renew, ce ne sono altri due: i pareri di minoranza dei Verdi e della Sinistra e le opinioni delle commissioni parlamentari invitate.
Per quanto riguarda Ribera, oltre alla dichiarazione di minoranza del Ppe sono state allegate anche dichiarazioni di minoranza dei Patrioti, dei Verdi e della Sinistra.
I Verdi hanno definito «l’atteggiamento del Partito popolare europeo durante l’audizione e la procedura di valutazione della commissaria designata Teresa Ribera» come un «grave affronto ai principi democratici e di trasparenza, nonché un pericoloso precedente, al quale si oppongono categoricamente e inequivocabilmente»
I tre gruppi che fanno parte della «maggioranza Ursula», ovvero Popolari, Socialisti e Liberali, nel tardo pomeriggio avevano trovato la quadra su un documento condiviso — una «dichiarazione di cooperazione» — per dare semaforo verde agli «esami» dei sei vicepresidenti esecutivi designati con una larga maggioranza (i due terzi dei coordinatori dei comitati parlamentari competenti)
Raffaele Fitto (Ecr), Teresa Ribera (S&D), Kaja Kallas (Renew), Roxana Mînzatu (S&D), Stéphane Séjourné (Renew), Henna Virkkunen Ppe) erano stati ascoltati dagli eurodeputati il 12 novembre scorso ma il giudizio era stato posticipato a «data da destinarsi», finito ostaggio di un braccio di ferro tra Popolari e Socialisti che aveva al centro la candidata spagnola Ribera e l’italiano Fitto.
Nel pomeriggio era stata trovata l’intesa anche per «promuovere» il commissario ungherese designato alla Salute e al Benessere animale, Olivér Várhelyi, che vedrà una riduzione delle deleghe (perderà la competenza in materia di diritti riproduttivi e sulla gestione di eventuali future pandemie che passerebbero alla belga liberale Hadja Lahbib).
Alle ore 19 di mercoledì sono stati convocati i coordinatori delle commissioni competenti per esprimere il giudizio sui presidenti designati e sul commissario ungherese: ultimo passo formale — la «promozione» —, prima del voto in plenaria a Strasburgo il 27 novembre, che presenta ora alcune incognite.
L’accordo sul documento ha fatto cadere l’opposizione di Socialisti e Liberali a sostenere Raffaele Fitto, che infatti è passato con il loro voto nonostante l’allegato ribadisca la contrarietà alla vicepresidenza esecutiva per la sua appartenenza al gruppo dell’Ecr, che non fa parte della «maggioranza Ursula» che a luglio ha confermato la presidente von der Leyen per un secondo mandato alla guida della Commissione europea.
«Siamo determinati a lavorare insieme per rafforzare l’Unione europea. L’Ue si fonda sui valori enunciati nell’articolo 2 del Trattato e nella Carta dei diritti fondamentali — si legge nel primo punto della dichiarazione di coordinamento, che conta nove paragrafi —. Crediamo che le soluzioni verranno dalla cooperazione dei nostri gruppi politici e di tutti coloro che desiderano costruire un’Unione basata su questi valori e sono pronti ad affrontare le sfide globali, sostenendo le istituzioni democratiche. Lo Stato di diritto, una posizione pro-Ucraina e un approccio pro-europeo sono aspetti fondamentali della nostra cooperazione»
E questo è il passaggio chiave che di fatto apre la porta alla cooperazione con il gruppo Ecr di Giorgia Meloni e che nei fatti rappresenta una vittoria per la linea tenuta dal presidente e capogruppo del Ppe Manfred Weber che insieme alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen nei mesi scorsi ha difeso un posto di rilievo nell’esecutivo comunitario per l’Italia.
L’accordo rappresenta però una retromarcia per la capogruppo dell’S&D, la spagnola Iratxe García Pérez, che aveva indicato il sostegno a Fitto come una linea rossa invalicabile.
Il gruppo socialista si è spaccato sul documento, ma García Pérez ha in questo modo messo in sicurezza il voto del Ppe su Ribera.
Nella riunione di gruppo di mercoledì mattina le delegazioni spagnola, italiana e romena si sono espresse a favore dell’accordo (tutte e tre avevano un vicepresidente da difendere) mentre la tedesca, francese, belga e baltici contro.
«I socialisti hanno un ruolo forte. I liberali hanno ruolo forte. Il Ppe è in testa e ha molti commissari. E anche l’Italia dovrebbe far parte della futura leadership della Commissione dal nostro punto di vista. È un approccio equilibrato. E ora stiamo arrivando in una situazione in cui abbiamo anche il sostegno di altri gruppi. Ciò ci rende molto felici perché, ancora una volta, abbiamo bisogno di stabilità in Europa. Quindi lo sviluppo è promettente»
ha detto Weber al termine della Conferenza dei presidenti e prima che si riunissero i coordinatori delle commissioni parlamentari.
Weber ha anche sottolineato che «alla fine Fratelli d’Italia ha contribuito ad avere la maggioranza nel Parlamento europeo. I Verdi hanno rifiutato di sostenere il Patto per le migrazioni. Quindi questo è per me uno degli argomenti che mi ha dato la chiarezza sul fatto che il governo italiano, anche sotto la guida di Giorgia Meloni, vuole contribuire a risolvere i problemi legalmente sulla base dei nostri valori a livello europeo. E questo è un buon segnale»
Inoltre Weber ha ricordato che «durante la scorsa settimana, in tutto il processo di approvazione nelle audizioni dei commissari qui al Parlamento europeo, abbiamo visto un gruppo Ecr che era pienamente impegnato a sostenere tutti i candidati. Quindi l’Ecr, questa è solo un’osservazione da parte mia, è pronto a lavorare in modo costruttivo per portare una prossima Commissione in carica e questa è una buona notizia»
🔹Critici i Verdi
Il copresidente Bas Eickhout, all’uscita della Conferenza dei Presidenti ha commentato che l’Ecr sarà «molto felice» ma «onestamente non vedo la possibilità di un lavoro stabile con Ecr», ha aggiunto.
🔹 Commissione Ue, vince l’Ursula bis: c’è l’accordo a Bruxelles, superato lo stallo su Fitto
Dopo settimane di stallo, è stato raggiunto l’accordo sulle sei vicepresidenze esecutive della nuova Commissione Europea: superati i veti incrociati, Raffaele Fitto avrà la delega alla coesione e alle riforme
“L’Italia è un Paese importante, doveva riflettersi nelle scelte”
von der Leyen sugli incarichi a Fitto
Commissione Ue, Raffaele Fitto ottiene la vicepresidenza esecutiva con incarichi su coesione e riforme
Le parole della presidente Ursula von der Leyen nel giorno della presentazione della nuova squadra
IL COMMENTO A CALDO DI ANGELO BONELLI