PRESSIONE FINANZIARIA, PIÙ “LEGGERA” IN BASILICATA
Anci e realtà territoriali in numeri: la panoramica sulla regione meridionale dei piccoli comuni
La Basilicata e le sfide cruciali nel campo dell’Amministrazione comunale: “pressione finanziaria”, un caso a sé. In Italia calano i trasferimenti correnti dello Stato verso i Comuni, che di conseguenza, in cerca dell’equilibrio in Bilancio, aumentano la pressione sui cittadini con la riscossione dei tributi locali e delle tariffe per i servizi erogati. Nel panorama italiano, sulla cosiddetta “pressione finanziaria” che in generale è salita in un anno passando da 746,6 euro a 795,9 euro, spicca la “particolarità” Basilicata. I dettagli sono riportati nel report “Numeri in tasca”, elaborato dalla Fondazione sulla finanza locale che fa capo all’Anci e reso noto in occasione dell’Assemblea generale dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani, che ha eletto il primo cittadino di Napoli, Gaetano Manfredi nuovo, presidente. I Comuni con la “pressione finanziaria” più alta, sono quelli in Valle D’Aosta, dove il prelievo procapite medio annuo sui cittadini è risultato mediamente pari a mille e 331 euro. In quattro anni la pressione sui cittadini della ragione è salita del 7,8 per cento. All’opposto, i contribuenti lucani: in Basilicata la “pressione finanziaria” più bassa d’Italia. I lucani, in media, pagano 526,8 euro l’anno. La rilevazione copre il periodo 2018-2022. La “pressione finanziaria” in Basilicata ha subito un aumento significativo (più 6,4%) negli ultimi quattro anni, ma nonostante ciò, il risultato medio finale è positivo se paragonato alle altre realtà territoriali nazionali.
RIGIDITÀ DELLA SPESA
Sul fronte della rigidità della spesa, indicatore che misura il margine di manovra con cui il Comune può eventualmente intervenire per diminuire le spese di gestione, maggiore è la percentuale, più la spesa è rigida e le possibilità di intervento ridotte nel breve termine, la media dei Comuni della Basilicata restituisce un valore pari a 25,2%. Tra le spese “rigide” di un Bilancio, sicuramente quella per il personale e per il rimborso di prestiti. Con dati al 2022, la Basilicata nella parte bassa della classifica relativa al- l’indice che calcola i dipendenti comunali per mille abitanti: 2 mila e 639 dipendenti comunali totali, per un incidenza del 4,96% (media nazionale pari a 5,76%). Ad ogni modo, il citato valore lucano del 25,2% è in linea con la media nazionale (25,1%) Il report cerca di approfondire le situazioni socioeconomiche di ogni regione, scandagliando vari ambiti d’analisi.
LA REGIONE DEI PICCOLI COMUNI
In Basilicata, su complessivi 131 comuni, i piccoli comuni, ovvero quelli con una popolazioni pari o inferiore alle 5mila unità, sono 107: l’81,7% del totale regionale. Per incidenza dei piccoli comuni sul totale regionale, la Basilicata è al 7° posto in Italia dopo Valle d’Aosta (98,6%), Molise (94,1%), Piemonte (88,6%), Trentino-Alto Adige (85,58%), Sardegna (83,8%), Abruzzo (83%). Per quanto riguarda l’altimetria, il 59,5% dei comuni lucani sono comuni di montagna, il 35,9% collinari e il 4,6% di pianura. Inoltre, con classificazione aggiornata all’anno in corso, in relazione al grado di sismicità, il 61,8% dei comuni lucani è collocato in fascia media, il 34,4% ha un grado alto ed il 3,8% basso: 0,0% di comuni lucani con grado molto basso.
TRICOLORE E GENDER GAP
Se in Italia i sindaci donne sono il 15,4% contro l’84,6% dei primi cittadini uomini, in Basilicata il divario di genere correla- to alla specifica carica elettiva è ancora maggiore. Al settembre 2024, il 10,4% le sindache lucane mentre l’89,6% i sindaci uomini. Questa tipologia di gap gender, vede peggio della Basilicata soltanto la Sicilia (7,3% di sindaci donne) e la Campania (6,3%). Fascia tricolore, dall’anagrafe uno spunto interessante. Rispetto alla media italiana, il dato temporale di riferimento è sempre il settembre 2024, positivo per la Basilicata il dettaglio sui sindaci «fino a 35 anni di età». Con media nazionale del 4,6% (in valori assoluti 359), la Basilicata ha riportato un’incidenza di giovani sindaci (9) sul totale pari al 7,2%.
SETTORI E SPECIALIZZAZIONE
Tra i dettagli di valore, la “specializzazione” degli Enti locali lucani. Un comune può essere definito “specializzato” se tale rapporto risulta maggiore dello stesso rapporto calcolato a livello nazionale. L’analisi è stata svolta relativamente ai tre settori economici: prima- rio (o agricolo), secondario (o industriale) e terziario (i servizi). In Basilicata, con dati aggiornati al 2023, il 93,9% dei comuni sono specializzati nel settore primario. A fronte di una media nazionale del 60,9%, quello lucano è il valore più elevato in Italia: seguono Sardegna (91,2%) e Umbria (90,2%). Sempre in Basilicata, il 3,8% dei comuni sono specializzati nel settore secondario: il valore più basso d’Italia (media nazionale 29,8%). Infine, il 2,3% dei comuni (anche in questo caso il valore più basso d’Italia a fronte della media nazionale del 9,3%) sono specializzati nel settore terziario.