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ANTONIO TISCI

L’ammettano pure le anime belle della sinistra e del sindacato rosso che prima della sua nomina il parco nazionale dell’Appenino Lucano era ridotto alle iconografie sospese della nostra povera Basilicata e che invece con la sua gestione ha finalmente ritrovato visibilità istituzionale, spessore negoziale, buon funzionamento. Ne danno felice prova il fermento d’iniziative che sin da subito ha saputo costruire attorno al parco
tanto sulla tutela ambientale quanto sulla vocazione territoriale.

 

 

  

 

 

                    

       

 

 

 

       

CENTRODESTRA

Questi patrioti con l’occhio fisso a destra sono davvero dei fenomeni. Prima hanno avuto l’abilità di perdere le elezioni a Potenza per la pessima eredità di Guarente, poi sono stati stupidamente ossequiosi ai deliri d’onnipotenza dei leghisti lucani ed alla loro scelta sbagliata di successione, che tra l’altro ha acchiappato una manciata di voti ed infine si sono intestarditi
sulla cavolata dell’Aventino, per fare l’anatra zoppa  che il Tar in poche terribili righe ha bollito in sentenza

 

                          

 

 

 

 

      

 

 

 

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